Inhalt

  • (ff. IVII e 1) Estratti da 〈Ateneo, Deipnosofisti〉
  • (f. IIV) Iscrizioni greche (tit. ἐν μεγάροις ἐν λίϑω τινὶ παλαιοῖς γράμμασι γεγραμμένον).
  • (f. 1V) Pinax
  • (ff. 214V) Theophrastus, De igne (tit. θεοφράστου περὶ πυρός). Ed. Coutant 1971.
  • (ff. 14V21) Theophrastus, Metaphysica (tit. θεοφράστου τῶν μετὰ τὰ φυσικά). Ed. Gutas 2010.
  • (ff. 2130) Theophrastus, De lapidibus (tit. θεοφράστου περὶ λιθῶν). Ed. Eichholz 1965.
  • (ff. 3035) Theophrastus, De sudoribus (tit. θεοφράστου περὶ ἱδρώτων. Per errore la fine dell’opuscolo è segnata dalla nota rubricata: θεοφράστου περὶ λίθων· τέλος). Ed. Fortenbaugh-Sharples-Sollenberg 2003.
  • (ff. 3537) Teofrasto De vertiginibus (tit. θεοφράστου περὶ ἰλίγγων). Ed. Fortenbaugh-Sharples-Sollenberg 2003.
  • (ff. 3740) Theophrastus, De lassitudine (tit. θεοφράστου περὶ κώπων). Ed. Fortenbaugh-Sharples-Sollenberg 2003.
  • (ff. 4042) Theophrastus, De piscibus (tit. θεοφράστου περὶ ἰχθύων). Ed. Sharples 1992.
  • (ff. 4253V) Theophrastus, De ventis (tit. θεοφράστου περὶ ἀνέμων). Ed. Coutant-Eichenlaub 1975.
  • (ff. 53V64V) Theophrastus, De odoribus (tit. θεοφράστου περὶ ὀσμῶν). Ed. Eigler-Wöhrle 1993.
  • (ff. 6573V) MXG (tit. ἀριστοτέλους, περὶ ξενοφάνους, περὶ ζήνωνος, περὶ γοργίου)
  • (ff. 73V92) Mir. (tit. ἀριστοτέλους περὶ θαυμασίων ἀκουσμάτων). Capp. 1–7; 9–32; 34–69; 72–75; 77; 76; 78–151.
  • (ff. 92V98V) Spir. (tit. ἀριστοτέλους περὶ πνεύματος).
  • (ff. 99114) Mech. (tit. ἀριστοτέλους μηχανικά).
  • (ff. 114V127) Mu. (tit. ἀριστοτέλους περὶ κόσμου πρὸς ἀλέξανδρον).
  • (ff. 127V137V) Alex. Aphrod., De fato (tit. ἀλεξάνδρου ἀφροδισιέως περὶ εἱμαρμένης καὶ τοῦ ἐφ’ ἡμῖν); des. mut. p. 181,28 Bruns κινήσεως κατάφασιν [... Ed. Thillet 1984, p. 1–27.
  • (f. 143) 〈[Teofrasto], Tractatus de ferro fundendo〉. Ed. Burnikel 1974, p. 156.
  • (ff. 143V144) Estratti da Ateneo e Plutarco (Quaestiones conviviales).
  • Leer


    ff. 138142V
  • Il Bernensis 402 si inserisce, per la parte teofrastea, Mir., e MXG, nella discendenza del Vat. gr. 1302. Il contenuto del Bernensis rispecchia piuttosto precisamente quello del codice deperditus appartenuto alla biblioteca del convento domenicano di S. Marco, a Firenze (cfr. Petitmengin – Ciccolini 2005, p. 287). Quanto rimane di quest’ultimo manoscritto è molto verisimilmente identificabile nell’attuale Ambr. P 80 sup., copia diretta del Vat. gr. 1302 per le opere menzionate e modello del Bernensis per gli opuscola di Teofrasto (cfr. Burnikel 1974, p. 90). Rispetto al codice Vaticano, il Bernensis reca in aggiunta Mech., Mu. e Spir. (registrati anche nell’inventario della biblioteca di S. Marco:).

    Per Mech. il Bernensis sarebbe un apografo diretto del Pal. gr. 162, contaminato, nei margini, con il testo della parafrasi di Pachimere (cfr. Van Leeuwen 2013, p. 187–190 e stemma a p. 197; cfr. anche Van Leeuwen 2016, p. 47–48). Lo studio del testo di Spir. ha condotto a conclusioni simili: il Bernensis risalirebbe sempre al Pal. gr. 162, attraverso un perduto anello intermedio siglato ε, dal quale dipenderebbe anche il Marc. gr. 200 (Cfr. Roselli 1992, p. 38–41 e stemma a p. 48). La questione deve però essere rivalutata alla luce dell’identificazione della parte perduta dell’Ambrosiano P 80 sup., accuratamente descritta nell’inventario rinascimentale di S. Marco: cfr. Giacomelli 2016–2017, p. 61 n. 80 e Van Leeuwen 2016, p. 47 n. 20.

    Il Bernensis ante correctionem fu modello del Voss. Q 25 (databile agli anni Ottanta del XV secolo:). Come hanno dimostrato Burnikel 1974, p. 22–25 – e, quindi, sulla scia di quest’ultimo, Sicherl 1976, p. 34–35; Sicherl 1997, p. 89–97 e Wiesner 1987, p. 616–617 n. 20 –, il Bernensis, dopo una correzione estensiva del suo testo da parte dello stesso copista, servì alla preparazione dell’incunabulo aldino del 1497 (per l’individuazione di alcuni segni del passaggio diretto del codice in tipografia, vd. Giacomelli 2016–2017, p. 67 n. 106).

Physische Beschaffenheit

Beschreibstoff

Cart.

Wasserzeichen

  • In tutto il codice, guardie comprese, si osserva una coppia di filigrane gemelle che raffigura un’aquila coronata intera. La marca, diffusa nell’ultimo quarto del XV secolo in tutta Italia, non trova riscontri esatti nei repertori (cfr. Briquet nrr. 8191 e Harlfinger Aigle 21, del 1495 [nel catalogo di Andristi informazioni errate circa questa forma]).

Format

235 × 155 mm

Folienzahl

ff. I, 144

Foliierung

Foliotazione moderna, a mina grigia; in alcuni casi ripassata. La controguardia anteriore è numerata I, il foglio di guardia anteriore II; il f. 144 è in realtà la guardia posteriore, parzialmente incollato al contropiatto. È presente una più antica numerazione a penna errata, corretta da quella recenziore (f. 143 = 138 dell’antica numerazione e 144 = 139).

Lagen

12 × 12 (144)

Lagensignierung

Segnature in greco nel mg. inferiore esterno del primo recto di ogni fascicolo, in inchiostro più scuro di quello impiegato per il testo, da α´ (1) a ιβ´ (133). Richiami verticali nell’ultimo verso di ogni fascicolo.

Anzahl der Linien

28 ll.

Liniierung

Spazio scritto (f. 57) 175×89. Rigatura a secco tipo Leroy-Sautel 20D1; la mise en page è realizzata verisimilmente con l’impiego di una tabula ad rigandum.

Kopist

A. ff. 1137V e 143144: 〈Niccolò Leonico Tomeo〉 (identificazione di Vendruscolo 1996), già indicato come Anonymus 5 da Harlfinger 1971, p. 418

Illumination

Titoli, iniziali e capilettera rubricati; ramoscelli ondulati in numerosi fogli, talora rubricati (cfr. ff. 4V, 7RV, 10r, etc.); maniculae caratteristiche nei ff. 6, 9, 11V, etc.

Ergänzungen zum Textbestand

Sempre a Tomeo si devono numerosissime note di lettura (talora in inchiostro rosso), scolî e abbondanti correzioni al testo principale, apposte con inchiostri diversi e nell’arco di anni di letture (le correzioni potrebbero essere state aggiunte anche in vista della stampa aldina del 1497, cfr. infra). La scrittura del copista varia sensibilmente fra testo e marginalia (nel testo la grafia è posata, secondo uno stile riconoscibile anche in altri manoscritti copiati dal dotto umanista padovano).

Einband

Legatura occidentale del sec. XV, forse originale, cucita su tre nervi e legata in cuoio rosso scuro con decorazione geometrica a impressione. Il dorso è rinforzato con una banda di pergamena naturale.

Nel contropiatto anteriore (numerato I) e nel recto della guardia (indicata col numerale romano II) si addensano copiosi appunti manoscritti attribuibili al copista principale: nei ff. IVII sono trascritti numerosi estratti dai Deipnosofisti di Ateneo; nel verso del f. II sono quindi copiate iscrizioni antiche, su due colonne, mentre nel f. 1, lasciato originariamente bianco, continua il testo dei Deipnosofisti, che comincia a IV. Nei ff. IV e II, mg. inferiore, una mano secentesca ha indicato l’origine degli estratti in inchiostro brunito („Ex Athenaei libro XIV“ [IV] e „Ex Athenaei libro XII“ [II]); una mano latina, forse diversa dalla precedente, è responsabile della trascrizione della nota a 1, mg. inferiore esterno, „Opuscula quaed’am (sic) Theo- | phrasti, Aristotelis et | Alexandri Aphrodisiensis. | Graecè“.

A 1V si trova il pinax generale del contenuto, in greco, di mano di Niccolò Leonico Tomeo, e in latino. Nel centro del mg. superiore del f. IV si osserva una nota erasa, letta dubitativamente da Andrist 2007, p. 193, „. . . .ναίσι“ (interpretazione incerta); nel f. II, nella stessa posizione della nota appena descritta, era collocata una nota possessionis di Niccolò Leonico Tomeo, oggi erasa molto accuratamente: essa è stata letta e integrata solo da Vendruscolo 1996, p. 549: „Leonic[i] Thomaei et amico(rum |... aiois“. Fra i due estratti collocati nel f. IIr si trova un’altra nota cancellata, forse identica a quella erasa nel f. IV. Andrist 2007, p. 193 legge dubitativamente „. ι . ο . ´ς“. Nel f. 1, sempre al centro del mg. superiore, si trovava originariamente un’altra nota di possesso, anch’essa obliterata. Versimilmente anche qui si leggeva „Leonici Thomaei et amicorum”, ma oggi si scorge sicuramente solo l’abbreviazione per il genitivo plurale.

Erhaltungszustand

Il ms. è generalmente ben preservato; il f. 144 è in parte strappato e nei fogli liminali (1, 143, 144) si osservano occasionali macchie di umidità.

Geschichte

Datierung

Sec. XV 3/4

Provenienz

Il codice di Berna appartenne al dotto umanista Niccolò Leonico Tomeo (1456–1531), che, dopo avere insegnato per lungo tempo presso lo Studio di Padova, morì in tarda età lasciando i suoi libri in eredità al nipote Magno, insieme al resto della sua collezione di antichità, che fu dispersa a partire dagli anni Quaranta del Cinquecento.

La collezione rifluì per gran parte in quella di Pietro Bembo; alla morte di quest’ultimo (1457) la biblioteca fu messa all’incanto dall’erede, Torquato Bembo, e fu dispersa in numerose raccolte, in particolare quelle di Gian Vincenzo Pinelli e Fulvio Orsini. Parte della collezione finì quindi nelle mani di Jean-Jacques e Henri de Mesmes (sulla dispersione della biblioteca di Tomeo cfr. Gamba 2014, p. 337, con la precedente bibliografia; sulla biblioteca dei de Mesmes cfr. invece Jackson 2009).

È possibile che proprio attraverso la collezione dei de Mesmes (l’ipotesi è di Vendruscolo 1996, p. 554) l’attuale Bernensis sia passato a quella di Jacques Bongars (1554–1612; sulla collezione di Bongars e la sua storia cfr. Andrist 2007, p. 27–34) e, quindi, a quella della biblioteca pubblica di Berna (per questo passaggio cfr. sempre Andrist 2007, p. 35–94, con tutti i dettagli relativi alle diverse vicende della collezione), dove il codice tuttora è conservato. In alternativa a questa ricostruzione, Andrist 2007, p. 105, ipotizza cautamente che questo manoscritto abbia seguito la stessa sorte del Bernensis 297 (cfr. Gamba 2014, p. 339), anch’esso copiato da Tomeo, che appartenne al monastero dei Santi Nazario e Celso di Verona e quindi, forse, al bibliofilo e ambasciatore francese Jean Hurault de Boistaillé (m. 1572).

Reproduktionen und Digitalisate

  • Bern. 402 (Farbdigitalisat der Burgerbibliothek Bern)

Bibliographie

Kat.

  • (La bibliografia che segue intende completare quella di Andrist 2007 e aggiornare la scheda pubblicata in Aristoteles Graecus I).
  • P. Andrist, Les manuscrits grecs conservés à la Bibliothèque de la Bourgeoisie de Berne – Burgerbibliothek Bern. Catalogue et histoire de la collection, Dietikon-Zürich 2007, p. 188–196.
  • Aristoteles Graecus, I, p. 53–55 (P. Moraux).
  • A. Wartelle, Inventaire des manuscrits grecs d’Aristote et de ses commentateurs. Contribution à l’histoire du texte d’Aristote, Paris 1963, nr. 332.
  • N.G. Wilson, The Manuscripts of Theophrastus, Scriptorium 16, 1962, p. 96–102: nr. 1.

Kod.

  • P. Augustin, À propos d’un catalogue récent: remarques philologiques et historiques sur quelques manuscrits grecs conservés à la Bibliothèque de la Bourgeoisie de Berne ou ayant appartenus à Jacques Bongars, Scriptorium 63, 2009, p. 121–141: 134–138.
  • M. Cariou, À propos d’un manuscrit de Nicolò Leonico Tomeo, le modèle de l’édition princeps du Lapidaire orphique, Scriptorium 68, 2014, p. 49–77: 49, 57, 63.
  • A. Diller, Notes on The History of Some Manuscripts of Aristotle, K. Treu (Hg.), Studia codicologica, Berlin 1977 (Texte und Untersuchungen zur Geschichte der altchristlichen Literatur, 124), p. 147–150: 149.
  • S. Fortuna, Niccolò Leonico Tomeo e Galeno: manoscritti, edizioni e traduzioni, V. Boudon-Millot-A. Garzya-J. Jouana-A. Roselli (Hg.), Storia della tradizione e edizione dei medici greci. Atti del VI Colloquio internazionale, Paris 12-14 aprile 2008, Napoli 2010, p. 323–336: 329.
  • E. Gamba, Un nuovo manoscritto copiato da Niccolò Leonico Tomeo (Par. gr. 1833). Appunti per la ricostruzione della sua biblioteca, Eikasmós 25, 2014, p. 329–359: 339.
  • Ph. Hoffmann, Autres données relatives à un mystérieux collaborateur d’Alde Manuce: l’Anonymus Harvardianus, Mélanges de l’École Française de Rome 98, 1986, p. 673–708: 673–674 n. 5, 707.
  • T. Martínez Manzano, Constantino Láscaris: semblanza de un humanista bizantino, Madrid 1998 (Nueva Roma, 7), p. 185.
  • F. Vendruscolo, Manoscritti greci copiati dall’umanista e filosofo Niccolò Leonico Tomeo, M.S. Funghi (Hg), Ὁδοὶ διζήσιος. Le vie della ricerca. Studi in onore di F. Adorno, Firenze 1996, p. 543–555: 549–550, 554.

Text.

    MXG

    • B. Cassin (Hg.), Si Parménide. Le traité anonyme De Melisso Xenophane Gorgia, Lille 1980 (Cahiers de Philologie, 4), p. 576.
    • J. Wiesner, Ps.-Aristoteles, MXG: Der historische Wert des Xenophanesreferats. Beiträge zur Geschichte des Eleatismus, Amsterdam 1974, p. 335, 377–383.

    Mir.

    • P. Canart, Démétrius Damilas, alias le „librarius Florentinus“, Rivista di studi bizantini e neoellenici, n.s., 14–16, 1977–1979, p. 281–347: 295, 298 n. 1.
    • C. Giacomelli, Sulla tradizione di [Arist.] De mirabilibus auscultationibus, Bollettino dei Classici 37–38, 2016–2017, p. 39–95: 41, 67-69.
    • D. Harlfinger, Die Textgeschichte der pseudo-aristotelischen Schrift περὶ ἀτόμων γραμμῶν. Ein kodikologisch-kulturgeschichtlicher Beitrag zur Klärung der Überlieferungsverhältnisse im Corpus Aristotelicum, Amsterdam 1971, p. 210, 418.
    • D. Harlfinger, Die handschriftliche Verbreitung der Mirabilien, H. Flashar (Hg.), Aristoteles, Mirabilia, Berlin 1972 (Aristoteles Werke in deutscher Übersetzung, 18.II.3), p. 62–66: 64.
    • G. Livius-Arnold, Aristotelis quae feruntur De mirabilibus auscultationibus. Translatio Bartholomaei de Messana. Accedit translatio anonyma Basileensis, diss. Amsterdam 1978, p. XXII.
    • L. Venturini, La traduzione latina di Bartolomeo da Messina del “De mirabilibus” dello Pseudo-Aristotele (dal cod. Patav. Antoniano XVII 370), Atti dell’Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti 88, 1975–1976, p. 69–77: 69.
    • J. Wiesner, Die handschriftliche Überlieferung, H. Flashar (Hg.), Aristoteles, Mirabilia, Berlin 1972 (Aristoteles Werke in deutscher Übersetzung, 18.II.3), p. 56–62: 57, 59.
    • J. Wiesner, Ps.-Aristoteles, Mirabilia: Umstellungen im edierten Text aufgrund der handschriftlichen Überlieferung, J. Dummer (Hg.), Texte und Textkritik. Eine Aufsatzssammlung, Berlin 1987 (Texte und Untersuchungen zur Geschichte der altchristlichen Literatur, 133), p. 611–622: passim, cfr. in part. 616–617 n. 20.

    Spir.

    • A. Roselli (Hg.), [Aristotele], De spiritu, Pisa 1992 (Testi e studi di cultura classica, 9), p. 19, 37, 41–42.

    Mech.

    • M.E. Bottecchia, La recensio codicum dei Μηκανικά di Aristotele, in Miscellanea 1, Padova 1978, p. 1–13: 2.
    • M.E. Bottecchia, Aristotele, Μηχανικά. Tradizione manoscritta, testo critico e scoli, Padova 1982 (Studia Aristotelica, 10), p. 11.
    • J. Van Leeuwen, The Text of The Aristotelian Mechanics, The Classical Quarterly 63, 2013, p. 183–198: 185, 187–190.
    • J. Van Leeuwen, The Aristotelian Mechanics. Text and Diagrams, Heidelberg-New York-Dordrecht-London 2016, p. 28, 47–48.
    • J. Van Leeuwen, Image, Word and Translation in Niccolò Leonico Tomeo’s Quaestiones Mechanicae, S. Fransen, N. Hodson, K.A.E. Enenkel (ed. by), Translating Early Modern Science, Leiden-Boston 2017, p. 182–206.

    Fremdautoren

    Theophrastus

    • W. Burnikel, Textgeschichtliche Untersuchungen zu neun Opuscula Theophrasts, Wiesbaden 1974 (Palingenesia, 8), p. XXXII–XXXIII, 15–34, 73–82, 156–157.
    • W. Burnikel - J. Wiesner, Der Vaticanus 1302–Konvergenz einer Diskussion, Mnemosyne 29, 1976, p. 136–142: 136 n. 1.
    • V. Coutant (Hg.), Theophrastus De igne, A Post-Aristotelian View of the Nature of Fire, Assen 1971, p. XXI.
    • V. Coutant - V.L. Eichenlaub (Hg.), Teophrastus De ventis, Notre Dame 1975, p. XIII.
    • D.E. Eichholz (Hg.), Theophrastus De lapidibus, Oxford 1965, p. 48.
    • U. Eigler - G. Wöhrle (Hg.), Theophrast, De odoribus, Stuttgart 1993 (Beiträge zur Altertumskunde, 37), p. 9–10.
    • W.W. Fortenbaugh - R.W. Sharples - M.G. Sollenberg (Hg.), Theophrastus of Eresus, On Sweat, On Dizziness and On Fatigue, Leiden 2003 (Philosophia antiqua, 93), p. 22, 163, 182, 255, 263.
    • D. Gutas (Hg.), Theophrastus, On first principles (known as his Metaphysics), Leiden 2010 (Philosophia antiqua, 119).
    • A. Laks - G.W. Most (Hg.), Théophraste, Métaphysique, Paris 1993, p. XLII–XLIII.
    • W.D. Ross - F.H Fobes (Hg.), Theophrastus Metaphysics, Oxford 1929, p. XXVI.
    • R.W. Sharples, Theophrastus: On Fish, W.F. Fortenbaugh-D. Gutas (Hg.) Theophrastus. His Psychological, Doxographical, and Scientific Writings, New Brunswick-London 1992 (Rutgers University Studies in Classical Humanities, 5), p. 347–385.
    • N.G. Wilson, Some Manuscripts of Theophrastus, Classical Philology 56, 1961, p. 109.

    Alexander Aphrosisiensis

    • I. Bruns (Hg.), Alexandri Aphrodisiensi praeter commentaria scripta minora. Quaestiones, De fato, De mixtione, Berolini 1892 (Supplementum Aristotelicum II.2), p. XXX–XXXII.
    • P. Thillet, Eléments pour l'histoire du texte du “De fato” d’Alexandre d'Aphrodise, Revue d’histoire des textes 12–13, 1982–1983, p. 13–56: 13, 52–53.
    • P. Thillet (Hg.), Alexandre d’Aphrodisie, Traité du destin, Paris 1984, p. CXXVI.

    Weitere Sekundärliteratur

    • M. Sicherl, Handschriftliche Vorlagen der Editio princeps des Aristoteles, Wiesbaden 1976 (Akademie der Wissenschaften und der Literatur. Abhandlungen der geistes- und sozialwissenschaftlichen Klasse, 8), p. 34–35, 69.
    • M. Sicherl, Griechische Erstausgaben des Aldus Manutius. Druckvorlagen, Stellenwert, kultureller Hintergrund, Paderborn-München-Wien-Zürich 1997, p. 76, 87, 89–97, 102.

Faks.

  • Burnikel 1974, Taf. 19.
  • Van Leeuwen 2017, Pl. 7.1, 7.4, ##

Quelle

  • Ciro Giacomelli, autopsia, ottobre 2017 (bibliografia aggiornata a ottobre 2019).
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Zitierhinweis

Bern, Burgerbibliothek, Bern. 402, in: CAGB digital, hg. v. Commentaria in Aristotelem Graeca et Byzantina. Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften. URL: https://cagb-digital.de/id/cagb5994592 (aufgerufen am 20.4.2024).

Permalink

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