Inhalt

  • (ff. 181V) Diogene Laerzio, Vitae philosophorum (tit. Λαερτίου Διογένους, βίων καὶ γνωμῶν τῶν ἐν φιλοσοφίαι εὐδοκιμησάντων καὶ τῶν ἐν ἑκάστη αἱρέσει ἀρεσάντων τῶν εἰς δέκα τὸ πρῶτον). Des. mut. 6,66 ὀνειδιζόμενος [... Ed. Dorandi 2014.
  • (ff. 8394) Theophrastus, De igne (tit. θεοφράστου περὶ πυρός). Ed. Coutant 1971.
  • (ff. 94100) Theophrastus, Metaphysica (tit. θεοφράστου τῶν μετὰ τὰ φυσικά). Ed. Gutas 2010.
  • (ff. 100108) Theophrastus, De lapidibus (tit. θεοφράστου περὶ λιθῶν). Ed. Eichholz 1965.
  • (ff. 108V113) Theophrastus, De sudoribus (tit. θεοφράστου περὶ ἱδρώτων). Ed. Fortenbaugh-Sharples-Sollenberg 2003.
  • (ff. 113115) Theophrastus, De vertigine (tit. θεοφράστου περὶ ἰλίγγων). Ed. Fortenbaugh-Sharples-Sollenberg 2003.
  • (ff. 115117V) Theophrastus, De lassitudine (tit. θεοφράστου περὶ κώπων). Ed. Fortenbaugh-Sharples-Sollenberg 2003.
  • (ff. 117V119V) Theophrastus, De piscibus (tit. θεοφράστου περὶ ἰχθύων). Ed. Sharples 1992.
  • (ff. 119V130) Theophrastus, De ventis (tit. θεοφράστου περὶ ἀνέμων). Ed. Coutant-Eichenlaub 1975.
  • (ff. 130V140V) Theophrastus, De odoribus (tit. θεοφράστου περὶ ὀσμῶν). Ed. Eigler-Wöhrle 1993.
  • (ff. 140V148V) MXG ([[ἀριστοτέλους]] `θεοφράστου´ περὶ ξενοφάνους· περὶ ζήνωνος· περὶ γοργίου).
  • (ff. 148V165V) Mir. (tit. ἀριστοτέλους συναγμς [sic] περὶ θαυμασίων ἀκουσμάτων). Capp. 1–7; 9–32; 34–69; 72–75; 77; 76; 78–151.
  • (ff. 169192V) Omero, Od. (tit. ὀδυσσεία ὀμήρου α): ff. 169172V α; ff. 172V176 β; ff. 176V180V 〈γ〉; ff. 180V187 δ; ff. 187190V ε; ff. 190V192V ζ (usque ad 285).
  • (ff. 195196V) Marcellino, Vita Thucydidis (μαρκελίνου [sic] περὶ τοῦ θουκυδίδου βίου καὶ τῆς ἰδέας αὐτοῦ). Ed. Alberti 1972, p. 1–15.
  • (f. 197) 〈Anonymi De vita Thucydidis〉. Ed. Alberti 1972, p. 17-20.
  • (ff. 197V198V) Dion. Alic. De propr. Thuc. (tit. διονυσίου ἀλικαρνασέως περὶ τῶν θουκυδίδου ἰδιωμάτων). Ed. Aujac 1991, p. 130-144.
  • (ff. 198V202V) Excerpta e Thuc. (παρεκβολαὶ χρήσιμοι ἀπὸ τῆς θουκυδίδου α´ συγγραφῆς). (ff. 198V-201V) ex libr. I: Inc. [I 6.5] μετρίᾳ δ’ αὖ ἐσθῆτι καὶ ἐς τὸν νῦν τρόπον πρῶτοι λακεδαιμόνιοι ἐχρήσαντο –des. [I 138.6] λαμπροτάτους γενομένους τῶν καθ’ ἑαυτοὺς ἑλλήνων, οὕτως ἐτελεύτησεν. (ff. 201V202V) ex libr. II (παρεκβολαὶ χρήσιμοι ἀπὸ τῆς β´ θουκυδίδου συγγραφῆς): Inc. [II 3.1] οἱ δὲ Πλαταιεῖς ὡς ᾔσθοντο ἔνδον τε ὄντας τοὺς θηβαίους, des. [II 67.4] καὶ τοὺς μετὰ Ἀθηναίων ξυμπολεμοῦντας καὶ τοὺς μηδὲ μεθ’ ἑτέρων (collazionati da Alberti 1972).
  • (ff. 203218V) [Alex. Aphrod.], De mixtione (Ἀλεξάνδρου τοῦ ἀφροδισιέως περὶ κράσεως καὶ αὐξήσεως). Ed. Groisard 2013, p. 1–47.
  • Leer


    ff. 82RV, 166168V; 193192V.

Physische Beschaffenheit

Beschreibstoff

Cart.

Anmerkungen zum Beschreibstoff

ff. 181, 83165, 169192, 195202: carta orientale.

Wasserzeichen

  • ff. 82, 166168: carta moderna (XVI sec.), ma filigrana non rilevabile.
  • ff. 193194: giglio incluso in un cerchio, senza riscontri esatti nei repertori.
  • ff. 203218: disegno id a Harlfinger Arbalète 66 (cfr. Briquet 761, Udine 1533, var. sim. Laibach 1534)

Format

ff. 1168: 324 × 235

ff. 169194: 309 × 227

ff. 195202: 297 × 229

ff. 203218: 323 × 223

Folienzahl

ff. 〈I〉, II, 218 (ma 225), II’

Foliierung

La prima parte del codice reca due foliotazioni. Una prima foliotazione, eseguita nel mg. sup. esterno di ogni recto in prossimità del testo, va da 1 a 88 e, nella sezione teofrastea del codice, nuovamente da 1 a 40 (sino al f. 122) e quindi, sempre in prossimità del testo, ma ora nell’angolo esterno del mg. inferiore, da 41 ad 83 (123165). Quando le prime due parti del codice furono riunite si provvide a una nuova foliotazione continua, errata, che va da 1 e prosegue sino alla fine del manoscritto (f. 218). Una terza serie è nei ff. 152, 153 e 161, ma essa consiste nella ripetizione del numero già assegnato. Nessuna delle foliotazioni oggi presenti nel manoscritto consente di sapere esattamente di quanti fogli esso consti: la foliotazione continua, infatti, accumula sin dal f. 25 (rinumerato 16) un difetto di nove fogli sulla precedente, sebbene non vi sia alcuna lacuna che possa giustificare un simile scarto. In seguito a un’ulteriore svista (al f. 16 segue immediatamente il f. 19) l’errore venne ridotto a uno scarto di sette fogli, che permane invariato lungo tutto il codice. Poiché non esiste una foliotazione coerente del manoscritto, onde evitare confusione, si segue quella più recente, la sola completa, come è universalmente invalso negli studi sul manoscritto

Lagen

21 × 8 (162), 1 × 4 (166), 1 × 2 (168), 3 × 8 (192), 1 × 2 (194), 3 × 8 (218). I primi 21 fascicoli sono quaternioni regolari; l’incongruenza tra foliotazione e struttura dei fascicoli è dovuta alla foliotazione difettosa descritta supra. Il primo foglio dell’ultimo fascicolo (f. 163) è in realtà un foglio singolo: si tiene al resto del fascicolo in virtù del f. moderno 166, cui è assicurato per mezzo di un tallone.

Lagensignierung

ff. 1168: rimangono sporadiche tracce di una segnatura nel mg. inferiore interno dei ff. 90V (ιβ´), 98V (ιγ´), 106V (ιδ´), 114V (ιε´). Non è chiaro se esse siano dovute al copista principale: il colore dell’inchiostro sembra corrispondere a quello impiegato per trascrivere il testo. È evidente che chi appose le segnature aveva davanti le due parti della prima unità riunite nel loro insieme. Sorprendentemente non si tiene conto di una eventuale lacuna tra la parte A e la parte B: se le segnature si devono attribuire al copista, è necessario concluderne, dunque, che la mutilazione del testo di Diogene Laerzio, anziché essersi prodotta nel Vaticano, risale invece al suo modello

ff. 169194: segnature assenti.

ff. 195202: segnature assenti.

ff. 203218: richiamo verticali nell’ultimo foglio verso del primo fascicolo.

Anzahl der Linien

ff. 181: 33 ll.

ff. 83165: 32 ll.

ff. 169192: 32 ll.

ff. 195202: 40 ll.

ff. 203218: 30 ll.

Liniierung

ff. 1168: la mano A impiega una mise en page (f. 14) su 225 × 159 mm; la mano B, invece (f. 161) di 215 × 149. Rigatura assente o non rilevabile.

ff. 169194: mise en page su due colonne, 210 × 65, con intercolumnio di 24 mm. Rigatura assente o non rilevabile.

ff. 195202: mise en page su 242 × 193 mm, rigatura assente.

ff. 203218: mise en page su 226 × 128 mm, rigatura assente o non rilevabile.

Kopist

A. ff. 181V: mano arcaizzante della prima età dei Paleologi (inizio del XIV secolo), in inchiostro brunito pallido.

B. ff. 83165V: mano molto simile alla precedente, riconducibile alla stessa corrente grafica, distinta da Prato 1994, p. 108. Inchiostro brunito pallido.

C. ff. 169192V: la sezione è interamente vergata da una mano anonima, in inchiostro brunito scuro, risalente alla fine del sec. XIII o all’inizio del XIV. Lo scriba risente delle influenze barocche della „Fettaugen-Mode”.

D. ff. 195202V: mano anonima, molto probabilmente di un erudito, attribuibile alla prima metà del sec. XIV, in inchiostro brunito scuro.

E. ff. 203218V: 〈Pietro Karnabakas〉 (Harlfinger 1971) RGK III p. 196 (nr. 551).

Illumination

Titoli rubricati nei ff. 1165, cornicetta nel f. 203; il resto del codice è privo di decorazione.

Ergänzungen zum Textbestand

a. f. 150 (mg. esterno), e f. 158V (mg. sup. esterno): minime note recenziori, quasi del tutto evanide, si notano, n (παρθενοπη | λευκοσια | λιγεια, – senza spiriti o accenti – in riferimento a Mir. 104).

b. ff. 203218V: numerose annotazioni marginali di 〈Arnoldo Arlenio〉 (Harlfinger 1971).

Einband

Legatura moderna (XIX sec.) in pelle allumata bianca. Nel dorso (casella di testa) è lo stemma di papa Pio IX.

Erhaltungszustand

I ff. 1165 sono piuttosto danneggiati, la carta risente dell’umidità e numerosi fogli sono rinforzati con strisce di supporto. I ff. 169194 sono stati restaurati e consolidati con strisce di carta moderna. La sezione è mal conservata e leggibile a tratti con grande fatica. Dei ff. 195192 si conserva quasi esclusivamente lo specchio scritto: i margini sono frutto di un restauro antico, probabilmente quello di cui fu responsabile Giovanni Onorio da Maglie. I ff. 203218 sono ben preservati.

Geschichte

Datierung

Sec. XIV 1/2 (ff. 1168); sec. XIII/XIV (ff. 169194); sec. XIV 1/2 (ff. 195202); sec. XVI medio (ff. 203218).

Entstehung

Il codice si compone di quattro unità codicologiche, la prima delle quali a sua volta appare divisa in due sezioni omogenee (181V e 83165V). Che le due parti abbiano avuto per qualche tempo vita autonoma è comprovato dalla doppia foliotazione e dalla presenza di un foglio bianco tra le due unità. Fra le unità codicologiche sono stati aggiunti fogli di carta moderna, rimasti bianchi (ff. 82RV, 166168V, 193192V).

La prima unità codicologica del Vat. gr. 1302 (Bekker Ra), contenente Diogene Laerzio, gli opuscula di Teofrasto, MXG e Mir., è stata da lungo tempo collocata con una certa precisione nello stemma codicum delle rispettive recensioni. Nei lavori di Burnikel (Burnikel 1974, p. XXIX–XXX, 70–71, 76–91) si gettarono le basi per la esatta comprensione del ruolo svolto da questo codice nella diffusione degli opuscoli teofrastei: il manoscritto è il capostipite di gran parte della tradizione superstite (in particolare dei recentiores Urb. gr. 108; Pal. gr. 162; Bern. 402) e, per alcuni opuscoli, è il solo testimone indipendente conservato. Fra questo testimone e i suoi apografi interviene però un anello intermedio, solo in parte sopravvissuto: quanto ne resta è oggi l’Ambr. P 80 sup. A conclusioni analoghe si pervenne per il testo di MXG e Mir. (cfr. in particolare Burnikel – Wiesner 1976, da integrare con i primi appunti di Wiesner 1972, p. 58–61). Alle ricostruzioni di Burnikel e Wiesner si sono finalmente accordate anche quelle degli editori di Diogene Laerzio, rimasti per lungo tempo divisi sulla questione (un riassunto della bibliografia più rilevante in Dorandi 2009, p. 115–120): il codice Vaticano è infatti il testimone principale della così detta ‘recensione vulgata’, trasmessa dai codici V (Vat. gr. 1302), U (Vat. Urb. gr. 108), D (Neap. III D 28), G (Laur. plut. 69, 28) e S (Vat. Pal. gr. 261): cfr. Dorandi 2009, p. 105–120 per tutti i dettagli più rilevanti.

L’ultima unità codicologica, contenente il De mixtione di Alessandro di Afrodisia, sembra essere una copia diretta dello Scorialensis X I 11, prodotto per Diego Hurtado de Mendoza a partire dal Marc. gr. 257 in seno allo scriptorium di Giovanni Mauromates: cfr. Groisard 2013, p. CXLIX–CL e CLXVI–CLXXII.

Provenienz

Il manoscritto vaticano, prima di entrare nell’attuale sede di conservazione, fu in possesso del cardinale Fulvio Orsini (ex libris nel f. I) che lo lasciò alla sua morte (1600) in legato alla Biblioteca Pontificia (Il codice compare al nr. 17 dell’inventario pubblicato da de Nolhac 1887, p. 335–336). Il codice fu restaurato da Giovanni Onorio da Maglie, che tuttavia limitò il suo intervento agli aspetti strutturali del manoscritto, senza trascrivere o integrare alcuna porzione di testo. L’intervento di Giovanni Onorio è in effetti desumibile solo dalla voce d’inventario della biblioteca orsiniana (vd. n. precedente): „Diogene Laertio, opuscoli di Theophrasto. Fragmento dell’Odissea di Homero, libro antichissimo, ristorato da Giovanni Honorio, et ligato in cipresso alla greca, coperto di corame rosso levantino, in papiro in foglio“ (cfr. Donzelli 1960, p. 97–98). Per gli interventi di restauro di Onorio da Maglie si vd. il saggio di Agati 2001. Nel 1797, in seguito al trattato di Tolentino, il codice fu richiesto dal governo del Direttorio insieme ad altri codici della Biblioteca Vaticana; poiché la richiesta eccedeva cinque unità, il Vaticano gr. 1302 fu risparmiato e rimase a Roma (de Nolhac 1887, p. 128–129). Nel secondo foglio di guardia – in carta moderna, di dimensioni ridotte (mm 285 × 232), con una filigrana assai elaborata (uno stemma sormontato da corona, ai piedi del quale si legge chiaramente la scritta „FABRIANO“) – si trova una descrizione latina del contenuto del manoscritto, fatta dal bibliotecario vaticano responsabile della segnatura a Ir (cfr. Donzelli 1960, p. 97).

Reproduktionen und Digitalisate

Bibliographie

Kat.

  • Chr.A. Brandis, Die Aristoteles Handschriften der Vatikanischen Bibliothek, Abhandlungen der Königlichen Akademie der Wissenschaften zu Berlin aus dem Jahre 1831, Berlin 1832, p. 48–86: nr. 156
  • M. Buonocore, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1968–190), I–II, Città del Vaticano 1986 (Studi e testi, 318–319): p. 889–890.
  • P. Canar-V. Peri, Sussidi bibliografici per i manoscritti greci della Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano 1970 (Studi e testi, 261), p. 569.
  • M. Ceresa, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1981-1985), Città del Vaticano 1991 (Studi e testi, 342), p. 376.
  • M. Ceresa, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1991–2000), Città del Vaticano 2005 (Studi e testi, 462), p. 559.
  • Descrizione manoscritta nell’Inventarium codicum Vaticanorum Graecorum redatto da Girolamo Amati (ca. 1800–1819), Vat. gr. 2664, consultabile in xerografia presso la BAV, con segnatura: Sala Consultazione Manoscritti Mss. Rosso. 323 (2), ff. 321r–322v.
  • D. Harlfinger-J. Wiesner, Die griechischen Handschriften des Aristoteles und seiner Kommentatoren. Ergänzungen und Berichtigungen zum Inventaire von A. Wartelle, Scriptorium 18, 1964, p. 238–257: 254.
  • A. Wartelle, Inventaire des manuscrits grecs d’Aristote et de ses commentateurs. Contribution à l’histoire du texte d’Aristote, Paris 1963, nr. 1777.
  • N.G. Wilson, The Manuscripts of Theophrastus, Scriptorium 16, 1962, p. 96–102: nr. 45.

Kod.

  • M.L. Agati, I manoscritti restaurati da Giovanni Onorio da Maglie, Bollettino dei Classici, s. III, 18, 1997, p. 5–41: 28.
  • M.L. Agati, Giovanni Onorio da Maglie copista greco (1535–1563), Roma 2001 (Supplemento n. 20 al „Bollettino dei Classici“), p. 140, 153, 203, 324.
  • G. De Gregorio-G. Prato, Scrittura arcaizzante in codici profani e sacri della prima età paleologa, Römische historische Mitteilungen 45, 2003, p. 59–101: 61 n. 4, 62, 67, 84.
  • P. de Nolhac, La bibliothèque de Fulvio Orsini. Contributions à l’histoire des collections d’Italie et à l’étude de la Renaissance, Paris 1887, p. 165, 335, 398.
  • D. Harlfinger, Die Textgeschichte der pseudo-aristotelischen Schrift περὶ ἀτόμων γραμμῶν. Ein kodikologisch-kulturgeschichtlicher Beitrag zur Klärung der Überlieferungsverhältnisse im Corpus Aristotelicum, Amsterdam 1971, p. 408, 413.
  • G. Prato, I manoscritti greci dei secoli III e XIV: note paleografiche, D. Harlfinger-G. Prato (Hg.), Paleografia e codicologia greca. Atti del II Colloquio internazionale (Berlino–Wolfenbüttel, 17–21 ottobre 1983), I, Alessandria 1991, p. 131–149: 123.
  • G. Prato, Studi di paleografia greca, Spoleto 1994 (Collectanea, 4), p. 73–114: 108–109.
  • N.G. Wilson, Nicaean and Palaeologan Hands: Introduction to a Discussion, La Paléographie grecque et byzantine, Paris 1977, p. 263–267: 265.

Text. (= Bekker Ra)

    MXG

    • O. Apelt, Aristotelis quae feruntur De plantis, De mirabilibus auscultationibus, Mechanica, De lineis insecabilibus, Ventorum situs et nomina, De Melixo Xenophane Gorgia, Lipsiae 1888, p. V.
    • J. Wiesner, Ps.-Aristoteles, MXG: Der historische Wert des Xenophanesreferats. Beiträge zur Geschichte des Eleatismus, Amsterdam 1974, p. 338, 343–350.

    Mir.

    • P. Canart, Démétrius Damilas, alias le „librarius Florentinus“, Rivista di studi bizantini e neoellenici, n.s., 14–16, 1977–1979, p. 281–347: 295, 298.
    • C. Giacomelli, Sulla tradizione di [Arist.] De mirabilibus auscultationibus, Bollettino dei Classici 37–38, 2016–2017, p. 39–95: 41, 56–59, 69.
    • A. Giannini, Paradoxographorum Graecorum Reliquiae, Milano 1965, p. 221.
    • Harlfinger 1971, p. 210.
    • D. Harlfinger, Die handschriftliche Verbreitung der Mirabilien, H. Flashar (Hg.), Aristoteles, Mirabilia, Berlin 1972 (Aristoteles Werke in deutscher Übersetzung, 18.II.3), p. 62–66: 64.
    • G. Livius-Arnold, Aristotelis quae feruntur De mirabilibus auscultationibus. Translatio Bartholomaei de Messana. Accedit translatio anonyma Basileensis, diss. Amsterdam 1978, p. XXII.
    • E. Mioni, Aristotelis codices Graeci qui in bibliothecis Venetis asservantur, Padova 1958 (Miscellanea erudita, 6), p. 66.
    • L. Venturini, La traduzione latina di Bartolomeo da Messina del “De mirabilibus” dello Pseudo-Aristotele (dal cod. Patav. Antoniano XVII 370), Atti dell’Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti 88, 1975–1976, p. 69–77: 69.
    • A. Westermann, Παραδοξόγραφοι. Scriptores rerum mirabilium Graeci, Brunsvigae 1839, p. II.
    • J. Wiesner, Die handschriftliche Überlieferung, H. Flashar (Hg.), Aristoteles, Mirabilia, Berlin 1972 (Aristoteles Werke in deutscher Übersetzung, 18.II.3), p. 56–62: 57, 58.
    • J. Wiesner, Ps.-Aristoteles, Mirabilia: Umstellungen im edierten Text aufgrund der handschriftlichen Überlieferung, J. Dummer (Hg), Texte und Textkritik. Eine Aufsatzssammlung, Berlin 1987 (Texte und Untersuchungen zur Geschichte der altchristlichen Literatur, 133), p. 611–622: 611 n. 2, 612–614, 616.

    Alexander Aphrodisiensis

    • Montanari, Per un’edizione del Περὶ κράσεως di Alessandro d’Afrodisia, Atti dell’Accademia Toscana di scienze e lettere „La Colombaria“ 36, 1971, p. 17–58, 22–23.
    • J. Groisard (Hg.), Alexandre d’Aphrodisie, Sur la mixtion et la croissance (De mixtione), Paris 2013, p. CXLVII–CL.

    Diogenes Laertius

    • G. Donzelli, Per un’edizione critica di Diogene Laerzio: i codici VUDGS, Bollettino per l’edizione nazionale dei classici greci e latini 8, 1960, p. 93–132: 99–101: 95–99.
    • T. Dorandi, Diogene Laerzio tra Bisanzio e l’Italia meridionale. La circolazione delle Vite dei Filosofi tra la Tarda Antichità e l’età paleologa, Segno e testo 5, 2007, p. 99–172: 158–167.
    • T. Dorandi, Laertiana. Capitoli sulla tradizione manoscritta e sulla storia del testo delle „Vite dei filosofi“ di Diogene Laerzio, Berlin-New York 2009 (Beiträge zur Altertumskunde, 264), p. 10–11, 109–116.
    • T. Dorandi (Hg.), Diogenes Laertius, Lives of Eminent Philosophers, Cambridge 2013 (Cambridge Classical Texts and Commentaries, 50), p. 3.
    • A. Gercke, Die Überlieferung des Diogenes Laertios, Hermes 37, 1902, p. 401–434: 409–410
    • S. Martinelli Tempesta, La nuova edizione di Diogene Laerzio, Elenchos 25, 2014, p. 157–189: 161.
    • E. Martini, Analecta Laertiana. Pars prima, Leipziger Studien zur classischen Philologie 19, 1899, p. 71–177: 80–82.

    Dionysius Halycarnassensis

    • G. Aujac (Hg.), Denys d’Halicarnasse, Opuscules rhétoriques, IV, Thucydide - Seconde lettre à Ammée, Paris 1991.
    • A. Palla, Un testimone trascurato della Seconda lettera ad Ammeo di Dionigi di Alicarnasso, Νέα Ῥώμη. Rivista di Studi Bizantinistici 13, 2016, p. 33–44: 37 n. 23.
    • H. Usener-L. Radermacher (Hg.), Dionysii Halicarnasei Opuscula, I, Lipsiae 1899, p. XXIV–XXV.

    Homerus

    • S. Gradolini, Sul codice „Vaticano greco 1302 dell’„Odissea“, Giornale italiano di filologia, n.s., 13, 1982, p. 267–270: 269–270.
    • S. Gradolini, Sul testo dell’„Odissea“ nel „Vaticano greco 1826“, Giornale italiano di filologia, n.s., 16, 1985, p. 119–121: 120.
    • F. Pontani, Sguardi su Ulisse. La tradizione esegetica greca all’Odissea, Roma 2005 (Sussidi eruditi, 63), p. 327–328.

    Theophrastus

    • W. Burnikel, Textgeschichtliche Untersuchungen zu neun Opuscula Theophrasts, Wiesbaden 1974 (Palingenesia, 8), p. XXX–XXXI, 48–91.
    • W. Burnikel-J. Wiesner, Der Vaticanus 1302–Konvergenz einer Diskussion, Mnemosyne 29, 1976, p. 136–142: passim.
    • E.R. Caley-F.C. Richards (Hg.), Theophrastus, De lapidibus, Columbus (Ohio) 1956, p. 5, 11–12.
    • V. Coutant (Hg.), Theophrastus De igne, A Post-Aristotelian View of the Nature of Fire, Assen 1971, p. XXI.
    • V. Coutant-V.L. Eichenlaub (Hg.), Teophrastus De ventis, Notre Dame 1975, p. XIII.
    • D.E. Eichholz (Hg.), Theophrastus De lapidibus, Oxford 1965, p. 48–51.
    • U. Eigler-G. Wöhrle (Hg.), Theophrast, De odoribus, Stuttgart 1993 (Beiträge zur Altertumskunde, 37), p. 8–9.
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    Thucidides et Thucydidis Vitae

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Faks.

  • Prato 1994, Tav. 23–24.
  • De Gregorio – Prato 2003, Fig. 7.

Quelle

  • Ciro Giacomelli, autopsia, maggio-giugno 2015 (bibliografia aggiornata a settembre 2019).
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Zitierhinweis

Vatikanstadt, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 1302, in: CAGB digital, hg. v. Commentaria in Aristotelem Graeca et Byzantina. Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften. URL: https://cagb-digital.de/id/cagb1099455 (aufgerufen am 16.4.2024).

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