Inhalt

  • Il codice marciano rappresenta una delle sillogi di testi poetici e in prosa (particolarmente di età comnena) fra le più studiate, in parte confrontabile con un’altra miscellanea coeva: il Marc. gr. XI 22. Si offre qui una descrizione sommaria del contenuto, cui segue una più accurata recensione dei testi di interesse aristotelico.
    Il manoscritto si compone di sezioni coeve, vergate in gran parte dalla stessa mano, ma chiaramente distinguibili in ragione del loro contenuto e delle segnature dei fascicoli (cfr. infra Lagensignierung e Entstehung): (ff. 1r–23v) silloge epigrammatica; (ff. 24r–33v) parafrasi agli Ixeutica di Oppiano; (ff. 33v–39v) carmi anonimi; (ff. 45v–46v) carmi anonimi su immagini sacre e reliquarî; (ff. 47r–88r) Epimerismi in psalmos di Giorgio Cherobosco; (f. 88v) selezione dei tetrastici ricavati dalle favole di Babrio di Ignazio Diacono (cfr. C. Mango, The Correspondence of Ignatius the Deacon, Washington, D.C. 1997, p. [14]); due epigrammi di Teofilatto di Bulgaria e un epigramma su Muzalone. Segue una breve raccolta di sentenze da Babrio, Esopo e scrittori sacri; (ff. 89r–94r) epigrammi di Teodoro Balsamone; (ff. 94v–96r) Hodoiporikon di Costantino Manasse. (ff. 97r–103v selezione dagli epigrammi di Nicola Callicle; (ff. 103v–104r) tre carmi di Teodoro Prodromo; (f. 104r–v) epigrammi di Cristoforo di Mitilene; (ff. 105r–120v) epigrammi per lo più anonimi (vi sono frammisti alcuni componimenti di Nicola Callicle); (ff. 121r–152v) 17 orazioni di Areta di Cesarea (per le quali il nostro codice è testimone preziosissimo e, nel caso delle prime nove, anche unico); (ff. 153r–179v) opuscoli ed epistole di Michele Psello (alcuni dei testi sono di argomento filosofico-aristotelico: cfr. infra); (ff. 180r–182v) antologia epigrammatica, in gran parte anonima; (ff. 183r–189v) commento a Long. di Michele di Efeso (trasmesso senza indicazione dell’autore, cfr. infra); (f. 189v) breve epigramma su S. Stefano. (ff. 190r–192r e 194r–292v) excerpta dai Geoponica di Cassiano Basso; (ff. 192v–193v, probabilmente rimasti in origine bianchi) epigrammi di argomento religioso.
  • (ff. 40r–42r) Michele Psello, Διδασκαλία σύντομος καὶ σαφεστάτη (tit. διδασκαλία σύντομος καὶ σαφεστάτη περὶ τῶν δέκα κατηγοριῶν καὶ τῶν προτάσεων καὶ τῶν συλλογισμῶν, περὶ ὧν τις προδιδαχθεὶς εἰς πᾶσαν μὲν καὶ ἄλλην ἐπιστήμην καὶ τέχνην, ἐξαιρέτως δὲ εἰς τὴν ῥητορείαν εὐκόλως ἐμπορεύσεται· Τοῦ ὑπερτίμου κυροῦ μιχαὴλ τοῦ ψελλοῦ). Ed. Duffy, Philosophica Minora, I, p. 218–226 nr. 52.
  • (ff. 42r–45r) Michele Psello, De interpretatione (tit. τοῦ αὐτοῦ σύνοψις καὶ μετάφρασις σαφεστάτη τῆς διδασκαλίας τοῦ περὶ ἑρμηνείας). Ed. Duffy, Philosophica Minora, I, p. 226–236 nr. 52.
  • (ff. 172v–174r) Michele Psello, Op. Phil. 14 (tit. σύντομος παράδοσις τῶν δεκατριῶν παραλογισμῶν). Ed. Duffy, Philosphica Minora, I, p. 43–47.
  • (ff. 174r–175r) Michele Psello, Op. Phil. 8 (tit. περὶ φυσικῶν καὶ ἐπικήτων ποιοτήτων καὶ περὶ ἕξεως καὶ διαθέσεως). Ed. Duffy, Philosophica Minora, I, p. 28–30.
  • (ff. 175r–176r) Michele Psello, Op. Phil. 9 (tit. περὶ τῶν πρός τι καὶ σχήματος καὶ χρώματος καὶ μορφῆς καὶ περὶ δυνάμεως καὶ ἀδυναμίας). Ed. Duffy, Philosophica Minora, I, p. 30–33.
  • (ff. 176r–177r) Michele Psello, Op. Phil. 12 (tit. ἀφορμαὶ τῶν περὶ τὰ γένη ἐπιχειρημάτων). Ed. Duffy, Philosophica Minora, I, p. 38–40.
  • (ff. 177r–178r) Michele Psello, Op. Phil. 13 (tit. περὶ ἐρωτήματος διαλεκτικοῦ καὶ περὶ διαλεκτικῆς). Ed. Duffy, Philosophica Minora, I, p. 40–43.
  • (ff. 178r–179r) Michele Psello, Op. Phil. 11: In Anal. Post. II (tit. περὶ τοῦ δευτέρου βιβλίου τῶν προτέρων ἀναλυτικῶν). Ed. Duffy, Philosophica Minora, I, p. 35–38.
  • (f. 179r–v) Michele Psello, Op. Phil. 10 (tit. περὶ τῆς μίξεως τῶν προτάσεων καὶ περὶ εὐπορίας προτάσεων σύντομος ἔφοδος). Ed. Duffy, Philosophica Minora, I, p. 33–35.
  • (ff. 183–189r) 〈Michele di Efeso, In Long.〉 (tit. σχόλια εἰς τὸ περὶ βραχυβιότητος καὶ μακροβιότητος βιβλίον τοῦ ἀριστοτέλους). Ed. P. Wendland, CAG 22.1, 1903, p. 87–99,31. Il testo non è identificato da Mioni né da Spingou.
  • (f. 292v) 〈Porphyrius, De decem categoriis〉 (anepigrafo); inc. νυνὶ δὲ περὶ τῶν πραγμάτων λεκτέων, des. mut. εἱστήκει· ἐπεὶ δὲ περὶ τῶν δέκα [... Il frammento corrisponde a un breve commento sulle dieci categorie attribuito a Porfirio riportato da Th. Waitz, Aristotelis Organon Graece, I, Lipsiae 1844, p. 27–28 e nuovamente trascritto (in nota) da A. Busse, CAG 4.1, 1887, p. X–XIII (il testo prosegue da p. X n. 1 ed è ricavato dal Monacensis 222, ff. 241v–242r; il testo del Marciano si arresta al rigo 22 dell’edizione di Busse, dove è segnata una lacuna, che solo in parte questo nuovo testimone provvede a colmare: εἱστήκει. ἐπεὶ δὲ περὶ τῶν δέκα ..., cfr. la trad. latina addotta da Busse per sanare il passo).
  • Leer


    ff. 293–294v, 295v. I ff. 293–295 sono fogli di guardia moderni. Alcune annotazioni moderne del bibliotecario marciano Valentinelli nel margine superiore del f. 295r („Libanii declamationem pro Socrate etc.“).

Physische Beschaffenheit

Beschreibstoff

Carta orientale di buona qualità, liscia e ben collata, piegata in quarto.

Anmerkungen zum Beschreibstoff

Si osservano vergeures molto sottili e dense (ca. 19 nello spazio di 20 mm). Una descrizione, un po’ impressionistica, dei diversi tipi di carta riscontrabili nel corpo del manoscritto in Spingou, Works and artworks, p. 327. I fogli di guardia sono in carta filigranata (ancora in circolo con stella, senza esatti riscontri; carta probabilmente coeva alla legatura).

Format

254 × 163 mm

Folienzahl

ff. 〈II〉, A–B, 295 (+235bis), 〈I〉

Foliierung

Foliotazione moderna (XVIII sec.?), in inchiostro brunito, nel mg. superiore esterno di ogni recto.

Lagen

1×8-1 (7, manca il primo foglio), 4×8 (39), 1×8-1 (46), 5×8 (86), 1×2 (88), 11×8 (176), 1×6 (182), 1×8-1 (189, manca l’ultimo foglio), 1×4 (193), 12×8 (288), 1×6-1 (292, mancano gli ultimi due fogli).

Lagensignierung

Il codice è frutto della riunione di più unità distinte, riconoscibili anche in virtù della diversa segnatura dei fascicoli (si riprende in parte la distinzione in unità di produzione accuratamente stabilita da Spingou, Works and artworks, p. 332–333, per la quale cfr. infra Enstehung).

ff. 1–23: segnatura al centro del margine inferiore del f. 7v (β´); segue quindi la segnatura γ´(8r), al centro del margine inferiore del primo foglio del nuovo fascicolo, accanto alla quale è presente una segnatura δ´ (in inchiostro diverso); ε´ (f. 16r), al centro del margine inferiore del primo recto. La serie incompleta permette di osservare la caduta di un fascicolo al principio del manoscritto.

ff. 24–46: una sola segnatura è conservata nel f. 27v (a metà del fascicolo, nel margine interno superiore): ς´.

ff. 47–86: segnature da α´ (f. 47r) a ε´ (f. 79r), al centro del margine inferiore di ogni primo recto.

ff. 87–128v: nessuna segnatura conservata.

ff. 129–152: la serie delle segnature comincia nel verso dell’ultimo foglio del fascicolo precedente (128v = α´) e prosegue quindi nel recto di ogni primo foglio, al centro del mg. inf., da α´(129r) a 145r (δ´). La segnatura registra l’ammanco di un fascicolo fra i ff. 129–136 (α´) e 137–144 (γ´).

ff. 153–168: due segnature conservate a 160v (α´), ultimo verso del primo fascicolo, al centro del margine inferiore, e a 161r (β´), ς´ primo recto del secondo fascicolo.

ff. 169–193: nessuna segnatura conservata.

ff. 194–292: segnature conservate solo sporadicamente al centro del margine inferiore del primo foglio recto: α´ (194r); δ´ (218r); ε´(226r); ς´ (233v, ultimo verso); στ (234r, primo recto); ζ´ (241r); ια´ (273r); ιγ´ (281r; la stessa segnatura è ripetuta a 289r).

Anzahl der Linien

ff. 1r–39v, 45v–46v, 88r–112v, 115v–120v, 180r–182v, 192v–193v: ll. 29–34. ff. 40–44r, 47r–87v, 113r–115r, 121r–179v, 183r–191v, 194r–292v: ll. 28–38.

Liniierung

Spazio scritto 168×120 (f. 114r); in alcuni fogli rigatura a secco del solo specchio (tipo 02A1 Leroy-Sautel, senza rettrici), raramente visibile nei dettagli (cfr. ff. 40–46, 113–120, 153–189). I ff. 1r–39v, 45v–46v, 88r–112v, 115v–120v, 180r–182v, 192v–193v, sono vergati su due colonne, con spazio scritto di ca. 180×125 (ma la gestione della pagina è irregolare giacché questi fogli sono sprovvisti di rigatura).

Kopist

Il codice è vergato da una mano principale (A), in momenti diversi e con variazioni di ductus e inchiostri notevoli. Mioni distingueva otto mani e, sulla falsa riga della sua descrizione, procede anche quella, più accurata, di Odorico–Messis, L’Anthologie Comnène, p. 196–197 (con qualche errore di dettaglio). Più recentemente, Foteini Spingou, Anthologia Marciana, e, più ampiamente, nella dissertazione oxoniense del 2012 (una sinossi a p. 334), ha proposto di ridurre notevolmente il numero delle mani all’opera nel manoscritto, distinte, sulla base di elementi troppo deboli, da Mioni e da Odorico e Messis. Nonostante l’indubbio progresso rappresentato dal lavoro della Spingou, non ci sembra del tutto condivisibile nemmeno la sua distinzione delle mani, che assegna alla mano A la trascrizione dei ff. 1r–39v; 45, l. 12–292v, l. 7, distinguendo solo due ulteriori interventi: B (ff. 40r–45r, l. 28) e C (f. 292v, ll. 9–30).

A. ff. 1r–39v, 45r, l. 29–46v, 88r, l. 13–152v (anche se c’è un netto cambio di ductus nei ff. 151r–152v, non sembra necessario distinguere qui un altro intervento), 153r–182v, 189v–292v, l. 8. Mano di piccolo modulo, in inchiostro prevalentemente ambrato/brunastro. Lo scriba è sicuramente da identificare con chi si assunse l’onere di organizzare la intera raccolta.

B. ff. 40r–45r, l. 28: mano inquadrabile nel filone Fettaugen, in inchiostro nerastro.

C. ff. 47r–88r, l. 12: mano simile alla precedente nell’aspetto generale, un po’ barocco, in inchiostro brunito chiaro, dal tratto assai spesso. Molto diversa da A.

D. ff. 183r–189r: mano simile a A, forse ad essa identica, in inchiostro brunastro.

E. f. 292v, ll. 9–30: breve testo filosofico incompleto. Mano chiaramente diversa da tutte le precedenti, forse di poco posteriore, in inchiostro brunito scuro, rosso-ambrato nelle ultime 5 righe.

Illumination

Titoli e capilettera rubricati. Il codice si presenta molto sobriamente ornato.

Einband

Legatura marciana (sec. XVIII) in cuoio marrone con nei piatti impresso il leone di S. Marco. Il dorso è stato rifatto in occasione del restauro (cfr. infra).

Erhaltungszustand

Il codice è complessivamente in ottimo stato di conservazione (esso fu restaurato nel 1964 presso il laboratorio dell’Abbazia di Praglia, come attesta un’etichetta incollata al contropiatto posteriore) L’inchiostro è in qualche punto evanescente (particolarmente nei fogli copiati dalla mano A all’inizio del codice), ma è ovunque leggibile senza eccessive difficoltà.

Geschichte

Datierung

Sec. XIII ultimo quarto.

Entstehung

Il Marciano è il risultato dell’accorpamento di fascicoli originariamente separati. Mioni e Odorico–Messis distinguono nove sezioni (senza specificarne esattamente lo statuto), mentre F. Spingou, Works and artworks, p. 326, che ha esaminato attentamente il codice, la sua struttura e il suo contenuto, ritiene di poter individuare almeno dodici unità di produzione: I (ff. 1r–23v); II ff. (24r–39v) [I+II Spingou = I Mioni]; III (ff. 40r–46v); IV (ff. 47r–88v); V (ff. 89r–96v); VI (ff. 97r–112v); VII (ff. 113r–120v) [V+VI+VII Spingou = IV Mioni]; VIII (ff. 121r–152v); IX (ff. 153r–182v); X (ff. 183r–189v); XI (ff. 190r–193v); XII (ff. 194r–292v).

Non è nota l’identità di chi provvide all’allestimento di questa ricchissima silloge, che in qualche modo testimonia lo sforzo coerente di riunire insieme una serie di testi di età Comnena di grande rilievo (cfr. il caso del Marc. XI 22 e della miscellanea contenuta nel celebre Vindob. Phil. gr. 321): la mano A, presente molte parti del codice, parrebbe essere quella del maître d’œuvre (Odorico–Messis, p. 199: „celui qui a réuni les textes dans ce manuscrit, et que dorénavant nous appellerons «collectionneur», personnage cultivé aux multiples intérêts littéraires, a participé à la réalisation matérielle du livre. Le collectionneur ne peut être que le copiste désigné par nous comme la Main A“).

Molti nomi di autori mancano e sono presenti lacune che lasciano ipotizzare la dipendenza del Marciano da più modelli in differente stato di conservazione. Rhoby ipotizza un legame con l’ambiente planudeo, ma non è stata finora messa in luce un’evidenza grafica che possa supportare questo assunto.

Provenienz

L’origine del codice è ignota ed esso non compare in nessuno degli antichi inventari marciani. Certo esso pervenne in Marciana prima del sec. XVIII, quando fu rilegato e incluso nel catalogo del fondo antico. Nel manoscritto non rimane alcuna traccia utile a identificare un precedente possessore.

Bibliographie

Kat.

  • Mioni, Thes. Ant., II, p. 399–407.

Kod.

  • S. Lampros, Ὁ Μαρκιανὸς κῶδιξ 524, Νέος Ἑλληνομνήμων 8, 1911, p. 3–59 (ampia descrizione codicologica e testuale, con edizione di molti testi).
  • P. Odorico, Ch. Messis, L’Anthologie Comnène du cod. Marc. Gr. 524: Problèmes d’édition et problèmes d’évaluation, W. Hörandner, M. Grünbart (Hg.), L’épistolographie et la poésie épigrammatique. Actes de la 16e Table ronde du XXe Congrès international des Etudes Byzantines, Paris 2003 (Dossiers Byzantins 3), p. 191-213
  • F. Spingou, Text and image at the court of Manuel Komnenos: epigrams on works of art in Marc. gr. 524 followed by a description of the manuscript MPhil thesis, Oxford 2010 (descrizione del codice alle pp. 116–161, non vidi, menzionato nell’articolo del 2014).
  • F. Spingou, Works and artworks in the twelfth century and beyond. The thirteenth-century manuscript Marcianus gr. 524 and the twelfth-century dedicatory epigrams on works of art, diss. Oxford 2012, p. 297–350 (descrizione minuziosa delle varie parti del manoscritto; la suddivisione delle mani, che sostanzialmente mira ad attribuire alla mano la trascrizione di pressoché l’intero manoscritto ci sembra decisamente erronea e non condivisibile).

Text.

  • J.M. Duffy, Michaelis Pselli Philosophica Minora, I, Stutgardiae et Lipsiae 1992 (part. p. XI, XV–XVI (descrizione del Marciano e della sua discendenza), XXXIII–XXXVI: siglum M, per l’Op. 52 discendente dell’iparchetipo δ. Per gli opusculi 8–14 il Marciano è il capostipite di tutto il resto della tradizione per tramite di un anello intermedio perduto).
  • P. Magdalino, The Empire of Manuel I Komnenos, 1143–1180, Cambridge 1992, p. 511–512.
  • W. Hörandner, A Cycle of Epigrams on the Lord’s Feasts in Cod. Marc. Gr. 524, Dumbarton Oaks Papers 48, 1994, p. 117–133.
  • E.N. Papaioannou, Das Briefcorpus des Michael Psellos: Vorarbeiten zu einer kritischen Neuedition, Jahrbuch der Österreichischen Byzantinistik 48, 1998, p. 67–117: 77 (siglum M).
  • A. Rhoby, Zur Indentifizierung von bekannten Autoren im Codex Marcianus graecus 254, Medioevo Greco 10, 2010, p. 167–204.
  • F. Spingou, The Anonymous Poets of the Anthologia Marciana: Questions of Collection and Authorship, The author in Middle Byzantine literature: modes, functions, and identities, Byzantinisches Archiv 28, Berlin 2014, p. 139–153 (ampia contestualizzazione culturale della silloge poetica; non sono del tutto convincenti le osservazioni sulla struttura del codice e la composizione della silloge in fascicoli rimasti bianchi).
  • M. Cariou, Un nouveau manuscrit de la paraphrase aux Ixeutiques de Denys dans les papiers de Conrad Gessner. Avec une note sur le “scribe de Bruxelles”, Scriptorium 71, 2017, p. 239–268: 249 (nuovo stemma degli Ixeutica).

Quelle

  • Ciro Giacomelli, autopsia, novembre 2016, settembre 2017, ottobre 2018
Die Erstellung der Daten in "CAGB digital" ist ein fortlaufender Prozess; Umfang und Genauigkeit wachsen mit dem Voranschreiten des Vorhabens. Ergänzungen, Korrekturen und Fehlermeldungen werden dankbar entgegengenommen. Bitte schreiben Sie an agiotis@bbaw.de.

Zitierhinweis

Venedig, Biblioteca Nazionale Marciana, Marc. gr. 524, in: CAGB digital, hg. v. Commentaria in Aristotelem Graeca et Byzantina. Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften. URL: https://cagb-digital.de/id/cagb1070648 (aufgerufen am 19.4.2024).

Permalink

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