Inhalt

  • (ff. 2r–11v) Alexander Aphrod. De mixtione (tit. [tutto in maiuscola] Ἀλεξάνδρου Ἀφροδισέως περὶ κράσεως καὶ αὐξήσεως). Ed. Bruns, CAG Suppl. II.2, pp. 213–238; Groisard, De mixtione, pp. 1–47.
  • (ff. 11v–35v) Alexander Aphrod., 〈Probl.〉, Libr. I (ff. 11v–26v); II (ff. 26v–35v). Ed. I.L. Ideler, Physici et medici graeci minores, I, Berolini 1841, pp. 6–80.
  • (ff. 35v–49v) Ps.-Aristot. (Ps.–Alexander Aphrod.), Supplementa problematorum. Libr. III, tit. Ἀριστοτέλους περὶ ζώων ἰδιώτητος, (ff. 35v–38r), inc. Διὰ τί τῶν ἐν γάλακτι τρεφόμενων (= p. 90, § 1.1); IV, tit. Ἀριστοτέλους φυσικὰ προβλήματα τοῦ δ´ (ff. 38v–49v), inc. Διὰ τί οἱ τὴν κάτω ποικιλίαν, des. ἐξουρεῖν τὴν γονήν (= p. 121, § 2.1–254, § 2.192). Ed. Kapetanaki –Sharples, Supplementa Problematorum, pp. 86–254.
  • (ff. 49v–56v) Cassius Iatrosophista, Probl. (tit. Ἰατρικαὶ ἀπορίαι περὶ ζώων καὶ τετραπόδων κασίου ἰατροσοφιστοῦ, προβλήματα ε´; subscriptio: Ἀριστοτέλους καὶ Κασίου προβλήματα). Ed. Garzya –Masullo, I problemi di Cassio Iatrosofista, pp. 35–67.
  • (ff. 56v–68r) Damascius (revera Simplicius), In Cael. I (tit. Παρεκβολαὶ ἀπὸ τοῦ δαμασκίου εἰς τὸ πρῶτον περὶ οὐρανοῦ, inc. Ὅτι τοῖς φυσικοῖς φησὶν τὸ εἶναι φυσικοῖς, des. mut. τῷ χρόνῳ συλλύεσθαι τὸν [= Simpl., In Cael., CAG VII, pp. 12,3–105,17; non c’è segno di interruzione testuale dopo l’articolo].
  • (ff. 68r–87r) Scholia in Anal. pr. II (tit. Σχόλια εἰς τὸ δεύτερον τῶν προτέρων ἀναλυτικῶν), inc. Διδάξας ἡμᾶς ἐν τῷ προτέρῳ βιβλίῳ, des. λαμβανομένων. Ed. Brandis, Ar. Opera, IV, 1836, 187a16–195b25. Identico al commentario che si trova nei codici Paris. gr. 1943 (1–27) e 1944 (1–52), nonché nel Perusinus A 35 (cfr. Hoffmann, Maturanzio, cit. infra).
  • (ff. 87v–187v) Eustratius, In Anal. post. II. Il testo è preceduto da una serie di cinque esametri, che funge da titolo: + εὐστρατΐοιο πόνο(ς) τάδε πρωτοέδροιο νϊκαί(ης): κρΰψϊν ἀρϊστοτέλους ἀσαφεί|ης ἐξανελΐσσων: τὴν, τεκτήνατο κεῖνο(ς) ἀναλϋτϊκ(ῶν) ἐνῒ λοίσθω: ἔνθά κ(εν) | ἀμφῒ μέσου καὶ ὅροιο πνϋτὰ δϊδάσκει: τόσσου μέχρϊ προήκων | ὄφρ´ ἀποδείξει ἐώκει : + (cfr. <http://www.dbbe.ugent.be/occ/6038>). Ed. Hayduck, CAG XXI, 1907, pp. 1–270.
  • (ff. 188r–190v) Selezione da Probl. (tit. Ἀριστοτέλους φυσικὰ προβλήματα· ὅσα ἰατρικὰ μετ´ εἶδος συναγωγῆς) = I 1, 3, 7–10, 12–26, 28–29, 37–51, 53–57; IV 2–3, 5–6, 9–11, 18–19, 32; VIII 11.
  • (f. 196r) Fine di Gener. Corr., inc. mut. ...] ταῦτα γενέσθαι, des. μὴ εἶναι = 388b15–19. τέλος τῶν περὶ γενέσεως καὶ φθορᾶς (il testo doveva essere trasmesso nella sua interezza nei due quaternioni ora caduti, cfr. infra Lagesignierung).
  • (ff. 196r–235v) Mete. (tit. ἀριστοτέλους μετεωρολογικῶν α´). Libr. I (ff. 196r–202v, 229r–233r); II (ff. 233r–234v, 203e–210v, 217r–218v, 211r–212r); III (ff. 212v–216v, 227r–228r); IV (ff. 228r–v, 219r–226v, 235r–v). Per le traslocazioni testuali cfr. infra la voce dedicata alla fascicolazione.
  • (ff. 236r–242r) Symeon Seth, Σύνοψις τῶν φυσικῶν (tit. Συμεὼν μαγίστρου τοῦ σήθ, σύνοψις τῶν φυσικῶν). Ed. Delatte, Anecdota Atheniensia, II, pp. 17–89.
  • (ff. 242r–247v) Symeon Seth, Περὶ χρείας τῶν οὐρανίων σωμάτων (tit. Τοῦ αὐτοῦ σοφωτάτου συμεὼν τοῦ σήθ, περὶ χρείας τῶν οὐρανίων σωμάτων). Ed. Delatte, Anecdota, pp. 91–126.
  • (f. 250r–v) Anon. «De voce ‘Deus’» (tit. [Θ]εωρία πνευματικὴ ἐν τῇ θείᾳ γραφῇ ἐννοιῶν ἐπὶ θεοῦ καὶ τῶν σωματικῶς ἐπ´ αὐτοῦ εἰρημένων). Inc. Φωνὴ ἐστὶν ἐπὶ θεοῦ καὶ λαλιὰ καὶ λόγος, des. κατὰ ταύτην ἐνεργείαν ἡ ψυχή.
  • (ff. 250v, 248r–v) Raccolta di sentenze da autori ecclesiastici e profani (il testo si apre con un breve prologo: χρὴ γινώσκειν ὡς ἐκ πολλῶν καὶ διαφόρων ἁγίων καὶ θεοφόρων πατέρων κτλ.), inc. Βασιλείου. Ἀγαθόν ἐστι οὗ πάντα ἐφιέται [cfr. Enarr. in Isaiam I.25], des. δὴ ἐστὶν αἰσθητή, ἐπινίκιοις ἢ χαριστήριος αἶνος· μόνη φωνῆ προσφερόμενος. θεῶ δίχα τινὸς μουσικοῦ ὀργάνου. Ed. Furrer–Pilliod, Ὅροι καὶ ὑπογραφαί, pp. 71–216 (collectio A).
  • (ff. 251r–254r) Divisiones Aristoteleae [recensio Marciana] (tit. 〈Δ〉ιαίρεσ[ις] ἀριστοτέλους). Ed. Mutschmann, Divisiones, pp. 1-66; Dorandi, Le Divisiones quae vulgo dicuntur Aristoteleae, pp. 18–33.
  • (f. 255v) Definizione della voce ἔλεγχος tracciata da una mano rozza, recenziore.
  • (ff 256r–274v, 276r–277v) Commento anonimo a Int. (tit. Ἀρχὴ σὺν θεῶ τῆς ἐξηγήσεως τοῦ περὶ ἑρμηνείας βιβλίου), inc. Πρὸ τῆς κατὰ λέξιν ἐξηγήσεως, des. ἐξηγησάμην (edito a stralci da Th. Waitz, Aristotelis Organon graece, Lipsiae 1844, pp. 38–43; cfr. anche Busse, CAG IV.5, 1897, p. XXVIII).
  • (ff. 278r–279r) 〈Aristotelis vita Marciana〉. Il testo è anepigrafo e molto danneggiato. Ed. Düring, Ancient Biogr. Tradition, pp. 96–106 e Gigon, Fragmente, pp. 28–31 (con bibliografia prec.).
  • (ff. 279r–v) 〈Aristotelis vita vulgata〉. Ed. Düring, Ancient Biogr. Tradition, pp. 131–136; Gigon, Fragmente, pp. 34–36.
  • (ff. 280r–283v) 〈Schedographia anonyma〉. inc. Κύριε Ἰησοῦ Χριστὲ ὁ θεὸς ἡμῶν ὁ τεχθείς, des. πόλεως (cfr. Silvano, Schedografia bizantina in Terra d'Otranto, citato infra).
  • Leer


    ff. 1r, 191r–195v, 254v, 275r–v, 284r–v.

Physische Beschaffenheit

Beschreibstoff

L’intero codice, con l’eccezione di alcuni ff. di restauro tardo trecenteschi (194–195, 255, 275, 284), è copiato su carta orientale, non filigranata.

Anmerkungen zum Beschreibstoff

Nella prima sezione (la distinzione in unità codicologiche rispecchia esattamente la distinzione delle mani) la carta è di colore biancastro, alquanto porosa. Si osservano due/tre pontuseaux (filoni) per foglio, tendenzialmente perpendicolari ma non ben allineati e distanziati in modo irregolare; nel f. 20 è ben visibile uno zig–zag, tratto tipico della carta araba occidentale (spagnola).

La seconda sezione (ivi compresi i fogli bianchi 192–193) è prodotta sempre in carta non filigranata, ben collata, verisimilmente di origine orientale: si notano molti (8-10) pontuseaux, sottili e distanziati irregolarmente, che scorrono verticalmente su ciascun foglio.

La terza unità (Mete.) è in carta orientale a vergelle sottili, con tre pontuseaux ravvicinati, che scorrono verticalmente al centro del foglio. La qualità della carta con la quale fu allestita l’ultima unità è difficile da valutare a causa del restauro subito (forse carta italiana senza filigrane?).

Wasserzeichen

  • ff. 194–195 (in folio): tre monti molto simile a Piccard, Dreiberg, IV 1484 (Perugia 1378).
  • f. 275 (in folio): compasso identico a Piccard, Werkzeug, IV, 1059 (Barcelona 1397).

Format

280 × 195 mm

Folienzahl

III, 284, I’

Foliierung

Foliotazione irregolare apposta a penna nel mg. superiore esterno di ogni recto; una numerazione più recente è stampigliata nel mg. inferiore esterno di ogni recto e ad essa si farà riferimento costante nel prosieguo.

Lagen

1 * 4 (I–1), 1 * 8 (9), 1 * 7 (16, 6 +1), 2 * 8 (32), 1 * 10 (42), 1 * 6 (48), 1 * 9 (57; 10–1, senza perdita di testo), 20 * 8 (217), 1 * 10 (227), 2 * 8 (243), 1 * 10 (253), 1 * 12 (265), 1 * 8 (273), 1 * 3 (276), 1 * 8 (284).

I fogli che trasmettono Mete. sono stati mal composti al momento della rilegatura, l’ordine si deve correggere nel modo seguente: 196–202, 229–234, 203–210, 217–218, 211–216, 227–228, 219–226. La fascicolazione dell’ultima sezione (ff. 256 e sgg.) è indicata in modo erroneo da Mioni. Il f. 10 è oggi singolo e legato al fascicolo per mezzo di un tallone di carte moderna; gli ultimi fascicoli sono stati restaurati e risistemati su talloni di carte, sicché l’attuale fascicolazione non corrisponde a quella originale testimoniata dalle segnature. I ff. 274–276 sono due fogli antichi in mezzo ai quali è collocato un foglio di restauro aggiunto (con tallone visibile):

Lagensignierung

Le quattro unità che compongono il codice presentano una segnatura dei fascicoli continua, vergata da un unico scriba, da α´ (9v) a λδ´ (276r). Le segnature erano collocate nel mg. inferiore interno di ogni primo recto e ripetute nel mg. inferiore dell’ultimo verso. I ff. 196–235 presentano una serie autonoma di segnature da γ´ (al centro del mg. inf. del f. 201v) a ζ´ (f. 228r), ripetuta nel primo recto e nell’ultimo verso di ogni fascicolo (questa segnatura è sfuggita a Mioni).

Anzahl der Linien

Numero di ll. variabile nelle varie unità: 1 (ff. 2r–187v) 29 ll. 2 (ff. 188r–190v, 235r–254r) 48 ll. 3 (ff. 196r–235v) 30 ll. 4 (ff. 256r–274v, 276r–283r) 36/37 ll.

Liniierung

Rigatura e gestione della pagina variano di unità in unità (se ne distinguono quattro, corrispondenti alle mani individuabili):

ff. 1r–187v: rigatura a secco del solo specchio secondo il tipo V 00A1 Leroy–Sautel. Mise en page: (f. 174r): 276 * 193, spazio scritto 197 * 127.

ff. 188r–190v, 236r–254r: rigatura a secco dello specchio, sempre secondo il tipo V 00A1 Leroy–Sautel, ma con linee di giustificazione non ben perpendicolari. Mise en page: (f. 239r): 278 * 195, spazio scritto 220 * 123.

ff. 196r–235v: rigatura a secco del solo riquadro esterno dello specchio scritto (ma è difficile rilevare esattamente il tipo a causa del restauro subito dal codice). Mise en page: (f. 197r) 276 * 196, spazio scritto 218 * 138.

ff. 256r–274v, 276r–283v: i ff. 256r–274v, 276r–279v presentano una mise en page ordinata, verisimilmente prodotta con l’ausilio di un sistema di rigatura (il restauro e le condizioni di conservazione impediscono oggi di scorgere i solchi); gli ultimi fogli, invece, sono vergati apparentemente in modo irregolare, senza ricorrere a una qualche strategia per la gestione della pagina. Mise en page: (f. 273r) 275 * 186, spazio scritto 211 * 134.

Kopist

A. ff. 2r–187v: mano riferibile al XIII secolo (metà ca.) e, probabilmente, «alla ‘periferia’ occidentale, latamente intesa, di Bisanzio» (Bianconi). Inchiostro grigio/brunito; capilettera e titoli rubricati; cornicette decorative in inchiostro rosso e marrone in corrispondenza delle partizioni testuali maggiori (cfr. 2r, 56v).

B. ff. 188r–190v, 235r–254r: questi fogli sembrano vergati da un’unica mano, di modulo assai ridotto e dall’aspetto abbastanza ordinato (ma i fogli 188r–190v presentano un’esecuzione più posata e stilizzata e non si può escludere che qui si debba operare una distinzione di mano: la carta è nondimeno della stessa qualità e s’osserva il ricorso a identici tratteggi); la grafia non presenta evidenti tratti provinciali ed è impossibile stabilirne con esattezza una collocazione geografica. La mano presenta tutte le caratteristiche tipiche di una mano della seconda metà/ultimo quarto del sec. XIII. Inchiostro brunito. Capilettera e titoli rubricati nei ff. 188r–190v.

C. ff. 196r–235v: mano corsiva e cancelleresca, identica a quella che ha vergato l’intero Paris. gr. 1925 e il nucleo più antico del Vat. gr. 1340. Nel caso del Vat. gr. 1340 è stata proposta una datazione fra la fine del XII secolo e i primi anni del sec. XIII (cfr. P. Canart, Quelques exemples de division du travail chez les copistes byzantins, in Ph. Hoffmann, Recherches de codicologie comparées. La composition du codex au Moyen Âge en Orient et en Occident, Paris 1998, pp. 49–67: 51 e n. 6 [rist. in Canart, Études de paléographie, II, pp. 1135–1153: 1137]), che si può dunque estendere anche a questa sezione del Marciano e al Parigino. Inchiostro brunito, nessuna rubricatura.

D. ff. 256r–274v, 276r–283v: mano barocca, in inchiostro nerissimo e acido, di aria salentina, identificata col nome di «Anonimo 8» (Arnesano).

Nel codice si notano numerosi marginalia attribuibili a più mani:

a. con molta prudenza se ne può assegnare una parte consistente alla mano di Bessarione (cfr. ff. 2v–4r, 7v–8r, 9v–10r, 12r, 23r, 25r, 30r, 31r, 37v–38r, 58r mg. sup. [?]); con sicurezza gli si possono attribuire le note a 64v–68v, 83r, 131r.

b. Marginalia di un già noto anonimo intellettuale legato alla controversia palamitica (metà ca. del sec. XIV), individuati da Bianconi (La controversia palamitica, p. 354) nei ff. 77v, 87v–88r, 89r–91v, 92v, 95r, 104v e 129r. Bianconi osserva che questi marginalia furono erroneamente attribuiti a Bessarione da Elpidio Mioni.

c. Restauri quattrocenteschi eseguiti da una rozza mano greca (di un occidentale?) nei ff. 114v, 209r–210v. A una mano coeva a questa si devono le indicazione dell’ordine corretto dei fogli nella sezione che trasmette Mete.

d. Nei ff. 254r–v una mano piuttosto rozza ha vergato alcune definizioni di logica aristotelica. Non si tratta di Bessarione, contrariamente a quanto affermato nel catalogo.

e. Nell’ultima unità codicologica si osservano sporadici interventi di una mano piuttosto corsiva, quasi certamente italo–greca (cfr. f. 272r, mg. sup., 280r, mg. inf.).

f. Note oggi illeggibili, in latino, nel mg. esterno del f. 256r (mg. superiore esterno).

Einband

Consueta legatura marciana (sec. XVII) in vitello marrone con nei piatti impresso il leone di S. Marco.

Erhaltungszustand

Il codice è stato solidamente restaurato nel corso del secolo scorso a Grottaferrata (timbro nel contropiatto posteriore) ma i danni antichi sono ancora molto evidenti. La sezione contenente le Vitae aristoteliche (ff. 257r–271v in particolare) è molto ossidata, gravemente lacunosa, e leggibile solo con grave stento.

Geschichte

Datierung

Quattro unità indipendenti: (1) sec. XIII, metà ca. (ff. 2r–187v). (2) sec. XIII ex. (ff. 188r–190v, 235r–254v). (3) sec. XII/XIII (ff.196r–235v). (4) sec. XIII, seconda metà (ff. 256r–274v, 276r–283r).

Ursprünglicher Zustand

L’unità codicologica con Mete. preceduta ultime righe di Gener. Corr. (ff. 196r–235v) doveva trasmettere l’intero trattato, contenuto nei primi due fascicoli (due quaternioni oggi perduti) del codice originale. Cfr. Lagensignierung.

Provenienz

Il codice appartiene al Bessarione ma non fa parte del legato del 1468 (esso compare come nr. 545 nell’inventario del 1474) poiché verisimilmente in quel momento esso non era fra le mani del cardinale, che forse lo diede in prestito a Lascaris perché ne traesse una copia (l’attuale Matrit. 4616, olim N-84). Il codice pervenne in Marciana solo dopo la morte di Bessarione, come testimonia un inventario dei manoscritti pervenuti a Venezia da Urbino nel 1474 (per tutti i dettagli bibliografici si rimanda alla sintesi di Groisard, De mixtione, pp. CXVI–CXVII; cfr. anche le concordanze in L. Labowsky, Bessarion’s Library and the Biblioteca Marciana. Six early inventories, Roma 1979, p. 438).

Nel f. 1v (che è a tutti gli effetti una guardia antica) si legge l’ex libris bessarioneo: «liber b. Car. Sabinen. niceni | κτῆμα βησσαρίωνος. καρδινάλεως τῶν σαβίνων, τοῦ νικαίας». Collocazione: «Locus 62» (corr. da 82); τόπος ξβ´ (corretto da πβ´). Ciascuna delle note è seguita da un dettagliato pinax greco–latino di mano di Bessarione. Oggi il f. 1 è seguito da una guardia moderna, aggiunta, non numerata sul verso della quale fu incollata la descrizione del catalogo settecentesco di Zanetti–Bongiovanni.

Reproduktionen und Digitalisate

  • Marc. gr. 257 (vollständiges Digitalisat im Rahmen des Internet Culturale).

Bibliographie

Kat.

  • Manoscritti e stampe venete dell’Aristotelismo e Averroismo, Venezia 1958, pp. 8–9 (nr. 6): «S. XIII–XIV. [...] Questo codice è di fondamentale importanza sia per Alessandro di Afrodisia, sia per Eustrazio, sia per le divisioni e vite di Aristotele: su di esso si fonda l’edizione aldina di Eustrazio (Venetiis, 1534)».
  • E. Mioni, Aristotelis codices Graeci qui in bibliothecis Venetis adservantur, Padova 1958, pp. 104–105 e 137.
  • Wartelle nr. 2148.
  • Mioni, Thes. Ant., I, pp. 371–373.

Kod.

  • E. Mioni, Bessarione Scriba e alcuni suoi collaboratori, in Miscellanea marciana di studi bessarionei, Padova 1976, pp. 268–318: 286 (identificazione, in parte erronea, degli interventi bessarionei).
  • T. Martínez Manzano, Constantino Láscaris. Semblanza de un humanista bizantino, Madrid 1998, p. 195.
  • D. Arnesano, La minuscola «barocca». Scritture e libri in Terra d’Otranto nei secoli XIII e XIV, Galatina 2008, p. 119 (nr. 166). Identificazione del copista dei ff. 188r–190v, 236r–254r.
  • D. Bianconi, La controversia palamitica. Figure, libri, testi emani, «Segno e testo», 6 (2008), pp. 337–376: 353 (identificazione del postillatore della prima unità codicologica; proposta di retrodatazione al sec. XIII di questa sezione del codice).
  • D. Arnesano, Manoscritti greci di Terra d’Otranto. Recenti scoperte e attribuzioni (2005–2008), in D. Galadza, N. Glibetić, G. Radle, Toxotes. Studies for Stefano Parenti, Grottaferrata 2010, pp. 63–101: 87.
  • D. Arnesano, E. Sciarra, Libri e testi di scuola in Terra d’Otranto, in L. Del Corso, O. Pecere, Libri di scuola e pratiche didattiche dall’antichità al Rinascimento. Convegno internazionale di studi (Cassino, 7–10 maggio 2008), II, Cassino 2010, pp. 425–473: 465, n. 213.
  • D. Arnesano, Nota sui manoscritti di Monaco, Bayerische Staatsbibliothek, Graeci 272 e 320, in P. Cherubini – G. Nicolaj, Sit liber gratus quem servulus est operatus. Studi in onore di Alessandro Pratesi per il suo 90° compleanno, a cura di, Città del Vaticano 2012, I, pp. 387–400: 388, n. 10.

Text.

    Alexander Aphrod.

    • H. Usener, Alexandri Aphrodisensis quae feruntur problematorum liber III et IIII, Berolini 1859, p. V (siglum R).
    • Bruns, CAG Suppl. II.2, 1892, p. XXXVI (siglum A).
    • E. Montanari, Per un’edizione del Περὶ κράσεων di Alessandro di Afrodisia, «Atti e memorie dell’Accademia toscana ‘La Colombaria’» 36 (1976), pp. 18–20.
    • R.B. Todd, Alexander of Aphrodisias on Stoic Physics. A Study on the Mixtione, Leiden 1976, p. 93.
    • M. Sicherl, Handschriftenforschung und Philologie, in D. Harlfinger – G. Prato, Paleografia e codicologia greca (Atti del II Colloquio internazionale Berlino–Wolfenbüttel, 17–20 ottobre 1983), Alessandria 1991, pp. 485–508: 501.
    • S. Kapetanaki – W. Sharples, Pseudo-Aristoteles (Pseudo-Alexander), Supplementa Problematorum, Berlin 2006 (Peripatoi 20), pp. 35–36 e passim (siglum R; strettamente legato al Matrit. 4616, olim N-84).
    • J. Groisard, Alexandre d’Aphrodisie, Sur la mixtion et la croissance (De mixtione), Paris 2013, pp. CXI–CXIX (modello del Matrit. 4616, olim N-84).

    Damascius (Simplicius)

    • Heiberg, CAG VII, 1894, p. IX (il codice è il più antico dei testimoni delle Παρεκβολαί; cfr. anche Hoffmann, infra).
    • Ph. Hoffmann, Recherches sur la tradition manuscrite du commentaire de Simplicius au De Caelo d’Aristote, diss. Paris 1981, pp. 111–152, 154–158: il codice Marciano è il modello di tutti i testimoni superstiti delle Παρεκβολαί.
    • Ph. Hoffmann, Sur quelques manuscrits vénitiens de Georges de Selve, leurs reliures et leur histoire, in Harlfinger – Prato, Paleografia e codicologia greca, pp. 441–462: 446 (il codice Marciano è modello della prima sezione del Par. gr. 1943, che contiene gli scoli anonimi agli Analitici primi di Aristotele, gli estratti, attribuiti a Damascio, del commento di Simplicio al primo libro del De caelo e i Problemata di Cassio Iatrosofista).

    Eustratius

    • Hayduck, CAG XXI.1, 1894, pp. V–VI, il codice (siglato A) è uno dei principali fondamenti dell’edizione di H, insieme allo Scorialenis Φ.I.14 (E). Il codice Marciano sembra essere il modello dell’edizione di Paolo Manuzio (Venetiis MDXXXIIII) «quod ex summo librorum consensu apparet».

    Scolia in Anal. pr. II (ff. 68r–87r)

    • Ph. Hoffmann, La collection de manuscrits grecs de Francesco Maturanzio, érudit pérugin (ca. 1443–1518), «Mélanges de l’Ecole française de Rome. Moyen–Age, Temps modernes» 95 (1983), pp. 89–147: 146, n. 176 (nota sul commento agli Analytica trasmesso nei ff. 68r–87r).

    Comm. a Int. (ff. 256r–274v, 276r–277v)

    • Busse, CAG IV.5, 1897, p. XXVIII–XXIX.

    Aristotelis Vitae

    • V. Rose, Aristotelis qui ferebantur librorum fragmenta, Lipsiae 1886, p. 427.
    • I. Düring, Aristotle in the Ancient Biographical Tradition, Göteborg 1957, pp. 94–95 (e passim).
    • O. Gigon, Vita Aristotelis Marciana, Berlin 1962 (Kleine Texte für Vorlesungen und Übungen), pp. 8-9 e passim.

    Divisiones Aristoteleae

    • H. Mutschmann, Divisiones quae vulgo dicuntur Aristoteleae, Lipsiae 1907, pp. V e passim. Il testo di M., come è noto, è fondato essenzialmente sulla testimonianza del Marciano (M).
    • P. Moraux, Témoins méconnus des Divisiones Aristoteleae, «L’Antiquité Classique» 46 (1977), pp. 100–127: 100 (e passim).
    • T. Dorandi, Le "Leidensis" BPG 67C et l’histoire du texte des "Divisiones quae vulgo dicuntur Aristoteleae", «Mnemosyne» 64 (2011), pp. 632–638: 632 (e passim).
    • J. Barney, New Manuscript of the Divisiones Aristoteleae «Codices Manuscripti & Impressi», 93/94 (2014), p. 1–6: 1.
    • T. Dorandi, Le Divisiones quae vulgo dicuntur Aristoteleae. Storia del testo e edizione delle Recensiones Marciana, Florentina e Leidensis, «Studia Graeco–Arabica» 6 (2016), pp. 1–58: 7 e passim.

    Cassius Iatrosophista

    • A. Garzya, La tradizione a stampa dei ‘Problemata’ di Cassio iatrosofista, in I testi medici greci. Tradizione e ecdotica. Atti del III Convegno Internazionale, Napoli 15–18 ottobre 1997, Napoli 1999, pp. 219–226: 223.
    • A. Garzya – R. Masullo, I problemi di Cassio Iatrosofista, Napoli 2004, pp. 18–19.

    Symeon Seth

    • A. Delatte, Anecdota Atheniensia et alia, II, Liège 1939, p. 3.

    Ὅροι (ff. 250v, 248r-v)

    • C. Furrer-Pilliod, Ὅροι καὶ ὑπογραφαί. Collections alphabétiques de définitions profanes et sacrées, Città del Vaticano 2000 (Studi e testi, 395), pp. 52–53 (estratti da una collezione simile a quella trasmessa dal Vat. gr. 1778; siglum Z).

    Schedographia anonyma

    • L. Silvano, Schedografia bizantina in Terra d’Otranto: appunti su testi e contesti didattici, in A. Capone (a cura di), Circolazione di testi e scambi culturali in Terra d’Otranto tra Tardoantico e Medioevo, Città del Vaticano 2015, pp. 121–167: 127–128 e passim.

Faks.

  • C. Rossitto, Aristotele ed altri, Divisioni, Padova 1984, tav. fuori testo non numerata (f. 251r).

Quelle

  • Ciro Giacomelli, autopsia, agosto 2016, giugno/luglio 2017.
Die Erstellung der Daten in "CAGB digital" ist ein fortlaufender Prozess; Umfang und Genauigkeit wachsen mit dem Voranschreiten des Vorhabens. Ergänzungen, Korrekturen und Fehlermeldungen werden dankbar entgegengenommen. Bitte schreiben Sie an agiotis@bbaw.de.

Zitierhinweis

Venedig, Biblioteca Nazionale Marciana, Marc. gr. 257, in: CAGB digital, hg. v. Commentaria in Aristotelem Graeca et Byzantina. Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften. URL: https://cagb-digital.de/id/cagb4282017 (aufgerufen am 23.4.2024).

Permalink

https://cagb-digital.de/id/cagb4282017

Bearbeitungsnotizen

s. Anmerkungen in der ersetzten Datei (Text und Kommentarfeld)

Dateipfad: /Handschriften/Italien/Venedig/Venedig-BNM-Gr-257.xml