Inhalt

  • (ff. 1381V) Simplicius, In Phys. V–VIII (tit. in maiuscola σιμπλικίου φιλοσόφου, εἰς τὸ εῖ´ (sic) τῆς ἀριστοτέ|λους φυσικῆς ἀκροάσεως ὑπόμνημα ὃ ἐστιν ε´). Libr. V (ff. 178); VI (ff. 78152V); VII (ff. 153196); VIII (ff. 196V381V). Subscriptio (in maiuscolo): πεπλήρωται σὺν θεῶι τὰ πάντα σχόλια σιμ|πλικίου φιλοσόφου, εἰς πᾶσαν τὴν ἀριστοτέ|λους φυσικὴν πραγματείαν. Ed. Diels, CAG X, 1895, p. 801–1366.
  • (ff. 381V382) Aristotelis vita 〈Vita Hesychii〉, (tit. Ἀριστοτέλους βίος καὶ συγγράμματα); des. mut. τὰ δὲ συντάγματα αὐτοῦ [...], con omissione della lista delle opere. Ed. Dorandi, La Vita Hesychii d’Aristote, p. 98–103. Alla fine del testo è aggiunto (dallo stesso scriba, Nicola d’Otranto, ma in un secondo momento), a mo’ di complemento della Vita Hesychii, un excerptum tratto da Diogene Laerzio (V 1, 1): (τὰ δὲ συντάγματα αὐτοῦ) πλεῖστα. ἦν δὲ ἀριστοτέλης καὶ ἰσχνοσκελής, καὶ μικρόμματος, ἐσθῆτι τὲ ἐπισήμω χρώμενος καὶ δακτυλίοις καὶ κουρᾶ).
  • Leer


    f. 382V.

Physische Beschaffenheit

Beschreibstoff

Membr.

Format

270 × 180 mm

Folienzahl

II, 382, II

Foliierung

Foliotazione moderna (XVIII sec.?), in inchiostro bruno, nel mg. superiore esterno di ogni recto. È per errore omesso il f. nr. 363 (in tutto sono quindi 381 ff.).

Lagen

I fascicoli si aprono col lato carne secondo lo schema CPPC. 47 × 8 (377 [376]), 1 × 5 [61, senza lacune testuali] (382 [381]).

Lagensignierung

I fascicoli sono segnati nel margine superiore esterno del primo foglio recto in cifre maiuscole, da 〈Α´〉 (1) a ΜΗ´ (378).

Anzahl der Linien

33 ll. copista A; l’intervento avventizio del copista B non è normalizzabile.

Liniierung

Copista A (f. 196) 265 × 184, spazio scritto 210 × 115; tipo di rigatura 33c1d Sautel-Leroy (cfr. Répertoire de réglures dans les manuscrits grecs sur parchemin. Base de donnée établie par J.-H. Sautel à l’aide du fichier Leroy et des catalogues récents, Turnhout 1995, ad indicem); impresso secondo il sistema 5 (alcuni fascicoli sono aberranti, nel senso definito da Leroy: essi, pur rigati col sistema 5, sono stati scomposti dal copista); la scrittura è posata sul rigo. Indicazioni errate sul sistema di rigatura presso Mioni – Formentin, I codici greci in minuscola, p. 29; si cfr. le utili correzioni di Leroy, Les manuscrits grecs, p. 28–30.

Copista B (f. 382), spazio scritto irregolare (6 ll nel f. 381V, 26 nel f. 281). Sfrutta la rigatura dei fogli precedenti.

Kopist

A. ff. 1381V: scriba IV della „collezione filosofica“ (Allen). Minuscola „tondeggiante ma piuttosto schiacciata“ (Perria), con tipiche ‘boules’ e appendici decorative nel tracciato di ny e epsilon maiuscolo; nel tessuto grafico si può agevolmente osservare l’inclusione di numerosi elementi maiuscoli (cfr. Leroy, Les manuscrits grecs, p. 42). Inchiostro brunito/rossastro. Nessuna decorazione; scolî e titoli in maiuscola distintiva.

B. ff. 381V382: 〈Nicola (Nettario) d’Otranto〉 (XII–XIII) (Rashed). Scrittura italo-greca abbastanza caratterizzata (analisi paleografica dettagliata apud Rashed, Nicolas d’Otrante, p. 699–703).

a. Le correzioni al testo, il titolo nel f. 1, le segnature dei fascicoli, le note marginali, gli accenti e gli scolî in maiuscola che costellano il codice si devono al copista I della collezione filosofica (cfr. Perria, Scrittura e ornamentazione, p. 94).

b. Un segno di paragrafo in forma di compasso nel f. 76 e alcune croci nel margine di molti fogli, che paiono suddividere e scandire il testo in paragrafi, si vorrebbero attribuire alla mano di Guglielmo di Morbeke (Saffrey; cfr. anche le riflessioni di Brams, Les traductions).

c. Annotazioni di 〈Bessarione〉 nei primi fogli e sparse nel codice (es. ff. 99V, 106RV, 281, 349353, 370374V; attr. di Mioni)

Einband

Tipica legatura marciana (sec. XVIII) in vitello marrone con nei piatti impresso il leone di S. Marco. Tagli dorati.

Erhaltungszustand

Il codice è ottimamente conservato; qualche danno è osservabile nel solo f. 1r, dove la pergamena è spiegazzata e sporcata (nessun danno per la lettura).

Geschichte

Datierung

Sec. IX med.

Entstehung

Il codice appartiene al gruppo (si dovrebbero distinguere almeno tre gruppi principali A, B e C, secondo un’ipotesi più volte argomentata da Filippo Ronconi, ma non universalmente condivisa e avversata, recentemente, da Didier Marcotte. Il gruppo A comprende testi aristotelici, il B testi neo-platonici, il C, invece, una varietà di testi non facilmente raggruppabili tematicamente, che riunisce testi patristici, filosofici e astronomici) noto come “collezione filosofica” (il Marciano fa parte del „Groupe B“ Ronconi, con scrittura a „grand module, axe droit, boules bien visibles, formes carrées“), molto probabilmente prodotto a Costantinopoli nella seconda metà del sec. IX.

In particolare, è stato osservato il legame che unisce il Marc. gr. 226 al celebre Vindob. Phil. gr. 100 (il manoscritto viennese, ricondotto alla “collezione filosofica” da Jean Irigoin, appartiene „Groupe A“ Ronconi, che deve considerarsi probabilmente un sottogruppo di B, come sembra provare l’intervento correttivo del copista I nei testimoni di entrambi i gruppi): i due codici sono stati „coordinati“ dallo stesso redattore per mezzo di segni paragrafati, in modo che i lemmi aristotelici del Marciano fossero messi in evidenza anche nelle parti corrispondenti del codice di Vienna (cfr. Brams, Guillaume de Moerbeke et le commentaire de Simplicius, p. 272–273 e Id., Les traductions de Guillaume de Moerbeke, p. 241–245). Il Marciano costituisce il secondo tomo di un’edizione completa del commento di Simplicio, riconducibile al medesimo disegno unitario e risalente a un unico modello (articolato in più unità librarie), presumibilmente tardo-antico (cfr. Harlfinger, Einige Aspekte, p. 283 e Rashed, Nicolas d’Otrante, p. 712). Cavallo, Da Alessandria a Costantinopoli? p. 260–261 e n. 41, ritiene verisimile che il modello di questo manoscritto provenisse „da una qualche regione ad est di Bisanzio“, dal momento che Simplicio redasse i suoi commentari „forse in ambito mesopotamico, siriaco o microasiatico dopo la chiusura della scuola filosofica di Atene nel 529“. La tesi, certo molto suggestiva, giacché permetterebbe di connettere il modello del nostro codice in un ambito assai vicino a quello in cui il commento procliano vide la luce, non può avere che un valore meramente ipotetico.

Provenienz

Della origine più lontana del codice (anche nel caso di tutti gli altri resti della „collezione filosofica“) non si sa nulla con certezza: mancano annotazioni riconducibili ai sec. IX–XI e non è possibile sapere dove il codice fosse in questo lasso di tempo. Il manoscritto giunse forse in Italia meridionale entro la fine del sec. XII, quando Nicola (Nettario) d’Otranto (1155/60–1235) poté aggiungervi alla fine la Vita aristotelica: secondo la ricostruzione di Rashed, Nicolas d’Otrante, p. 703–713, Nicola avrebbe acquistato il manoscritto in Oriente, in occasione di uno dei viaggi compiuti negli anni 1205/7, 1214/5 e 1223/4 (non è tuttavia escluso che egli avesse accesso al modello del Marciano per quanto concerne la Vita aristotelica, l’Ambr. L 93 sup., in oriente: cfr. Dorandi, Laertiana, p. 185: „ci sono alcuni nuovi elementi che lasciano aperta la possibilità che il modello almeno della Vita Hesychii usato da Nicola-Nettario non fosse conservato in una biblioteca dell’Italia Meridionale, ma che l’abate di Casole avesse copiato quel testo in Oriente o da un manoscritto di provenienza orientale“.

Il codice marciano, probabilmente lasciato in legato da Nicola alla biblioteca del monastero di Casole, passò quindi fra le mani del traduttore fiammingo Guglielmo di Moerbeke, che l’acquistò probabilmente a Messina; il codice confluì, forse in seguito alla morte dello stesso Moerbeke, nella collezione pontificia di Bonifacio VIII, della quale rimane un catalogo de 1295 (cfr. per tutti i dettagli bibliografici la sintesi di Rashed, Nicolas d’Otrante, p. 705–713). Per vie non note il codice pervenne (insieme ai Marc. gr. 196, 236, 246 e 258), nel pieno XV, secolo fra le mani del cardinal Bessarione, che a sua volta fece dono della sua biblioteca alla Repubblica Veneta col celebre munus del 1468 (dove il manoscritto in questione è registrato al nr. 363). Nel f. 1, mg. superiore esterno, è collocato l’ex libris bessarioneo (autografo): „Commentarium Simplicii | super quosdam libros physicorum, | b(essarionis) cardinalis Tusculani. Locus 59 [corr. da 73]“, nel margine inferiore si legge un numero 67 cassato, a destra del quale è indicato nuovamente il nr. 59; l’ex libris è ripetuto in greco nel margine inferiore dello stesso foglio: τόπος ογ´ τοῦ σιμπλικίου εἰς τὰ ὕστερα δ´ τῆς φυσικῆς. | Βησσαρίωνος καρδινάλεως τοῦ τῶν τούσκλων. A destra, nel margine esterno, è indicato il nuovo τόπος νθ´

Bibliographie

Kat.

  • Manoscritti e stampe venete dell’Aristotelismo e Averroismo, Venezia 1958, p. 23 (nr. 40), cfr. anche p. 13.
  • Wartelle, Inv., nr. 2126.
  • E. Mioni – M. Formentin, I codici greci in minuscola dei sec. IX e X della Biblioteca Nazionale Marciana, Padova 1975, p. 13, 29.
  • Mioni, Thes. Ant. I, p. 339–340.
  • Scheda di P. Eleuteri, G. Fiaccadori (Hg.), Bessarione e l’Umanesimo, Napoli 1994, p. 412 (nr. 26).

Kod.

  • T.W. Allen, Palaeographica III: A group of ninth–century Greek manuscripts, The Journal of Philology 21, 1893, p. 48–55: 49, 54 (Il codice è per la prima volta associato al celebre gruppo di codici noto come “collezione filosofica”).
  • J. Irigoin, Survie et renouveau de la littérature antique à Constantinople (IXe siècle), Cahiers de civilisation médiévale 5, 1962, p. 287–302 [rist. in Id., La tradition des textes grecs. Pour une critique historique, Paris 2003, p. 197–232: 216].
  • E. Mioni, Bessarione Scriba e alcuni suoi collaboratori, Miscellanea marciana di studi bessarionei, Padova 1976, p. 268–318: 286.
  • A. Diller, The Scholia on Strabo, Traditio 10, 1954, p. 29–50 [rist. in Id., Studies in Greek Manuscripts, Amsterdam 1983, p. 23–44]: 31 [25].
  • J. Whittaker, Parisinus Graecus 1962 and the Writings of Albinus, Phoenix 28, 1974, p. 320–354 [rist. in Id., Studies in Platonism and Patristic Thought, Aldershot 1984, nr. XX]: 321, n. 12.
  • P. Thillet, Insertions d'onciales et abreviations dans le cod. Venetus Marcianus Gr. 258 (=668), Miscellanea marciana di studi bessarionei, Padova 1976, p. 387–406: 388, n. 1.
  • L.G. Westerink, The Greek Commentaries on Plato’s Phaedo, I, Amsterdam 1976, p. 30.
  • J. Leroy, Les manuscrits grecs en minuscule des IXe et Xe siècles de la Marcienne, Jahrbuch der österreischischen Byzantinistik 27, 1978, p. 25–48: 28, 28, 37, 38, 43–45.
  • B.L. Fonkič, Scriptoria bizantini. Risultati e prospettive della ricerca, Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, n.s., 17–19, 1980–1982, p. 73–118: 93, 95, 96, 97, 98 e n. 191 (menzione del codice fra i testimoni riconducibili alla “collezione filosofica”).
  • L. Perria, L’interpunzione nei manoscritti della “collezione filosofica”, D. Harlfinger – G. Prato (Hg.), Paleografia e codicologia greca (Atti del II Colloquio internazionale Berlino–Wolfenbüttel, 17–20 ottobre 1983), Alessandria 1991, p. 199–209: 202, 205.
  • L. Perria, Scrittura e ornamentazione nei codici della „collezione filosofica“, Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici, n.s., 28, 1991, p. 45–111: 48, 49, 55, 93–95 (analisi paleografica dettagliata e bibliografia), 102, 106.
  • M. Rashed, Die Überlieferungsgeschichte der aristotelischen Scrhift De generatione et corruptione, Wiesbaden 2002, p. 99.
  • M. Rashed, Nicolas d’Otrante, Guillame de Moerbeke et la ‘Collection philosophique’, Studi medievali, s. III, 2, 2002, p. 693–717: passim. In part. p. 696–703 (id. della mano di Nicola d’Otranto; con numerosi ragguagli storico testuali sulla Vita aristotelica copiata alla fine del codice, dipendente dal codice Ambr. L 93 sup.).
  • F. Ronconi, I manoscritti miscellanei. Ricerche su esemplari dei secoli IX–XII, Spoleto 2008, p. 41, 66, 74
  • E. Crisci – P. Degni, La scrittura greca dall’Antichità all’epoca della stampa. Una introduzione, Roma 2011, p. 137, 182 (menzione del codice fra i testimoni riconducibili alla “collezione filosofica” e fra quelli passati per l’Italia meridionale).
  • F. Ronconi, La collection brisée. La face cachée de la “collection philosophique”: les milieux socioculturels, P. Odorico (Hg.), La face cachée de la littérature byzantine. Le texte en tant que message immédiat. Actes du colloque international, Paris, 5–6–7 juin 2008 organisé par le centre d’études byzantines de l’EHESS, Paris 2012, p. 137–166 (passim).
  • F. Ronconi, La collection philosophique: un fantôme historique, Scriptorium 67, 2013, p. 119–140: 122, n. 26.
  • D. Marcotte, La „collection philosophique“: historiographie et histoire des textes, Scriptorium 68, 2014, p. 145–165: 147, 150, 156, 159.
  • F. Acerbi – G. Vuillemin-Diem, Un nouveau manuscrit de la „Collection philosophique“ utilisé par Guillaume de Moerbeke: le Par. gr. 2575, Przegląd Tomistyczny 21, 2015, p. 219–288: 221, 222, 272.

Text.

  • Diels, CAG X, 1895, p. V–VI (ampia descrizione del codice, collazionato da Girolamo Vitelli, cui è attribuito il siglum A).
  • D. Harlfinger, Einige Aspekte der Handschriftlichen Überlieferung des Physikkommentars des Simplikios, I. Hadot (Hg.), Simplicius, Sa vie, son œuvre, sa survie. Actes du colloque international de Paris (28 sept.–1er oct. 1985), Berlin–New York 1987, p. 267–286: 283, 285, n. 66.
  • L. Tarán, The Text of Simplicius’ Commentary on Aristotle’s Physics, Hadot (Hg.), Simplicius, p. 246–266: 256 (e passim).
  • T. Dorandi, La Vita Hesychii d’Aristote, Studi classici e orientali 52, 2006, p. 97–106: 88 (siglum Marc.; per la Vita il codice è apografo dell’Ambr. L 93 sup).
  • T. Dorandi, Laertiana. Capitoli sulla tradizione manoscritta e sulla storia del testo delle Vite dei filosofi di Diogene Laerzio, Berlin–New York 2009, p. 184–185 (in relazione al testo della Vita Hesychi, si riprende e precisa la ricostruzione di Rashed sulla storia del codice e del suo modello, probabilmente non italogreco. Cfr. anche T. Dorandi, Diogene Laerzio fra Bisanzio e l’Italia meridionale. La circolazione delle Vite dei filosofi tra la Tarda Antichità e l’età paleologa, Segno e Testo 5, 2007, p. 99–172: 155).
  • P. Golitsis – P. Hoffmann, Simplicius et le “lieu”. À propos d'une nouvelle édition du Corollarium de loco, Revue des études grecques 127, 2014, p. 119–175: 123, 128.

Weitere Sekundärliteratur

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  • E. Lamberz, Proklos und die Form des philosophischen Kommentars, J. Pépin – H.D. Saffrey (Hg.), Proclus. Lecteur et interprète des anciens (Actes du colloque international du CNRS, Paris 2–4 octobre 1985), Paris 1987, p. 1–20: 11, n. 36.
  • E. Mioni, Vita del Cardinale Bessarione, Miscellanea Marciana 6, 1991, p. 13–219: 137, 138, 140, 142.
  • N.G. Wilson, Scholars of Byzantium, London 19962, p. 87.
  • J. Whittaker, Arethas and the “Collection philosophique”, Harlfinger – Prato (Hg.), Paleografia e codicologia greca, p. 513–521: 520, n. 20.
  • H.D. Saffrey, Nouvelles observations sur le manuscrit Parisinus graecus 1807, M. Joyal (Hg.), Studies in Plato and the Platonic Tradition. Essays Presented to John Whittaker, Aldershot 1997, p. 293–307: 302 (il Marc. gr. 226 è per la prima volta associato a Moerbeke in virtù delle croci che ne costellano i margini).
  • J. Brams, Guillaume de Moerbeke et le commentaire de Simplicius sur la Physique, R. Beyers – J. Brams (Hg.), Tradition et traduction. Les textes philosophiques et scientifiques grecs au moyen âge latin. Hommage à Fernand Bossier, Leuven 1999, p. 265–280 (analisi dettagliata del testimone e dei suoi possibili rapporti con la traduzione di Moerbeke).
  • J. Brams, Les traductions de Guillaume de Moerbeke, Les traducteurs au travail: leurs manuscrits et leurs méthodes: actes du colloque international organisé par le “Ettore Majorana Centre for Scientific Culture”, (Erice, 30 septembre–6 octobre 1999), Turnhout 2001, p. 231–256: part. 241–245 (ripresa dei lavori precedenti e dimostrazione testuale dell’uso del Marciano da parte di Moerbeke).
  • J. Brams, La riscoperta di Aristotele in Occidente, Milano 2003, p. 127.
  • J. Brams, Traductions et traducteurs latins dans l’empire de Nicée et sous les Paléologues, M. Cacouros – M.–H. Congourdeau (Hg.), Philosophie et Sciences à Byzance de 1204 à 1453, Leuven–Paris–Dudley, Ma, 2006, p. 101–112: 111.
  • G. Cavallo, Da Alessandria a Constantinopoli ? Qualche riflessione sulla ‘collezione filosofica’, Segno e testo 3, 2005, p. 249–263: 254–263 [ripreso anche in C. D’Ancona (Hg.), The Libraries of the Neoplatonists. Proceedings of the Meeting of the European Science Foundation Network “Late Antiquity and Arabic Thought. Patterns in the Constitution of the European Culture” held in Strasbourg, March 12–14, 2004, Leiden–Boston–Brill, 2007, p. 155–165: 156, 162].
  • P. Orsini, Pratiche collettive di scrittura a Bisanzio nei secoli IX e X, Segno e testo 3, 2005, p. 265–342: 297.
  • D. Arnesano, Aristotele in Terra d’Otranto. I manoscritti fra XIII e XIV secolo, Segno e testo 4, 2006, p. 149–190: 185–186, 190.
  • D. Marcotte, Le corpus géographique de Heidelberg (Palat. Heidel. gr. 398) et les origines de la “collection philosophique”, in D’Ancona, The Libraries of the Neoplatonists, p. 167–175: 173.
  • P. Hoffman, Les bibliothèques philosophiques d’après le témoignage de la littérature néoplatonicienne des Ve et VIe siècles, D’Ancona (Hg.), The Libraries of the Neoplatonists, p. 135–153:146.
  • B. Mondrain, La réutilisation de parchemin ancien dans les livres à Constantinople au XIVe et au XVe siècle: quelques exemples, de la “collection philosophique” aux folios palimpsestes du Parisinus gr. 1220, S. Lucà (Hg.), Libri Palinsesti Greci: Conservazione, Restauro Digitale, Studio. Atti del Convegno Internazionale, Roma 2008, p. 111–130: 114, n. 7.
  • A. Acconcia Longo, La „questione“ Filippo il Filosofo, Νέα Ῥώμη 7, 2010, p. 11–39: 31, n. 111.
  • N. Kavrus–Hoffmann, From pre–bouletée to bouletée: Scribe Epiphanios and the codices Mosq. Synod. gr. 103 and Vat. gr. 90, A. Bravo Garcia (Hg.), The Legacy of Bernard de Montfaucon: Three Hundred Years of Studies on Greek Handwriting. Proceedings of the Seventh International Colloquium of Greek Palaeography (Madrid–Salamanca, 15–20 September 2008), Turnhout 2010, p. 55–66, 693–700: 60.
  • K. Hajdú – P. Schreiner, Nikolaos von Otranto und ein angeblicher Plagiator im Cod. graec. 262 der Bayerischen Staatsbibliothek. Mit einem Anhang zur Provenienz der griechischen Handschriften aus der Sammlung Johann Albrecht Widmannstetters, Codices Manuscripti & Impressi 87/88, 2013, p. 25–52: 36 (provenienza).
  • M. Menchelli, Nota storico-tradizionale al Commento al Timeo di Proclo nelle età macedone, comnena, paleologa tra supporti librari e documentari (il rotolo di Patmos, Eileton 897, il Marc. gr. 195 e la “collezione filosofica”; il Coisl. 322, il Chis. R VIII 58 e il Marc. gr. 194), Studia Graeco-Arabica 5, 2015, p. 145–164: 164, n. 67.
  • P. Golitsis, The Manuscript Tradition of Alexander of Aphrodisias’ Commentary on Aristotle’s Metaphysics: Towards a New Critical Edition, Revue d’histoire des textes 11, 2016, p. 55–94: 64.

Faks.

  • Mioni – Formentin, I codici greci in minuscola, tav. IV.
  • Harlfinger, Einige Aspekte, Taf. 1.
  • Eleuteri, Bessarione e l’Umanesimo, p. 412.
  • Brams, Guillaume de Moerbeke et le commentaire de Simplicius, pll. 1, 3, 6.
  • Rashed, Nicolas d’Otrante, pll. I–II.

Quelle

  • Ciro Giacomelli, autopsia, settembre/ottobre 2017
Die Erstellung der Daten in "CAGB digital" ist ein fortlaufender Prozess; Umfang und Genauigkeit wachsen mit dem Voranschreiten des Vorhabens. Ergänzungen, Korrekturen und Fehlermeldungen werden dankbar entgegengenommen. Bitte schreiben Sie an agiotis@bbaw.de.

Zitierhinweis

Venedig, Biblioteca Nazionale Marciana, Marc. gr. 226, in: CAGB digital, hg. v. Commentaria in Aristotelem Graeca et Byzantina. Berlin-Brandenburgische Akademie der Wissenschaften. URL: https://cagb-digital.de/id/cagb7215834 (aufgerufen am 19.4.2024).

Permalink

https://cagb-digital.de/id/cagb7215834

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